Con l'aumento dell'Iva un altro salasso per le famiglie italiane

24 Giugno 2013   10:13  

La decisione sull'aumento oppure no dell'IVA sta creando non poche tensioni all'interno dell'esecutivo Letta, ma il premier si dice fiducioso che si troverà al più presto una soluzione.

Parlando a "In Mezz'ora" di Lucia Annunziata, il presidente del Consiglio, ha spiegato che l'incremento dell'imposta "è già nel bilancio dello Stato ed è figlio di decisioni iniziate nella prima metà del 2011 quando di fronte a un momento crisi profonda il governo Berlusconi decise l'aumento per cercare di salvare situazione".

Insomma, "l'aumento è stato già deciso e noi dobbiamo trovare le risorse per evitarlo. O spostarlo" ha aggiunto Letta avvertendo però che "i diktat non servono a nessuno".

La consapevolezza è però che far risparmiare 5 euro l'anno sulle bollette suona un po' ridicolo se poi ci saranno aumenti di 200 euro determinati dal ritocco in alto dell'Iva.

Se dovesse effettivamente scattare, come previsto, il prossimo primo luglio, l’aumento dell’Iva dal 21 al 22% deciso dal governo Monti per mettere in sicurezza i conti pubblici italiani comporterà, secondo la Federconsumatori, rincari generalizzati che non si limiteranno all’1% in più sulla maggior parte dei beni di largo consumo, ma si rifletteranno inevitabilmente anche sui costi di trasporto della merce e sui costi di produzione delle aziende, visto che anche per l’energia ad esempio bisognerà sborsare di più.

Ricadendo quindi a cascata nuovamente su molti prodotti acquistati dalle famiglie che registreranno aumenti anche del 3-4%.

Considerando che l’Iva al 21% è oggi applicata sul 70% dei prodotti (ma non su molti generi alimentari che più pesano sulla spesa degli italiani), la Federconsumatori stima un rialzo del tasso di inflazione dello 0,65%, pari appunto a 207 euro l’anno per una famiglia di tre persone.

Solo per la benzina, calcola invece la Cgia, quest’anno l’aggravio sarà di 6 euro, che saliranno a 9 nel 2014 quando l’aumento sarà spalmato su tutti i 12 mesi.

Con il risultato che dal 2010, tra sette aumenti delle accise e due dell’Iva, a partire del prossimo mese una famiglia si vedrà costretta a spendere per i rifornimenti di carburante 223 euro in più per la verde e 388 per il gasolio.

Ci sono poi i prodotti d’abbigliamento.

Per le scarpe la Federconsumatori prevede un rincaro di 25 euro (il costo di un paio di stivali da donna ad esempio passerà da 170 a 179 euro con un balzo del 5%, mentre per le sneakers da ginnastica l’aumento previsto è del 4%, da 69,90 a 72,50 euro).

Per il vestiario l’incremento calcolato dai consumatori sarà di 81 euro per tutta la famiglia. A titolo esemplificativo, per un paio di pantaloni da donna si salirà da 69,95 a 71,90 euro (+3%), e per un pullover da 79,00 a 82,00 euro (+4%). Anche per i jeans il prezzo salirebbe da 122 a 126 euro, con un rincaro del 3%. Anche il costo di una tuta da bambino aumenterà del 3% (da 49,95 a 51,50 euro), mentre per una polo si passerà da 25 a 26,50 euro (+6%). Per l’acquisto di vini e liquori invece l’associazione stima 12 euro in più”

 


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