Condanna ex rettore Di Orio, i legali preannunciano appello

25 Gennaio 2016   17:10  

"Stamani a Roma si è chiuso il procedimento di primo grado nei confronti del Professor Ferdinando Di Orio, con la caducazione dell'iniziale accusa di concussione mossagli dal collega, professor Sergio Tiberti, e la derubricazione del reato di concussione in quello meno grave di induzione indebita".

Cosi' gli avvocati Mauro Catenacci e Guido Calvi, difensori dell'ex rettore dell'Università dell'Aquila, in una nota, commentano la sentenza di condanna del Tribunale di Roma a tre anni di reclusione del loro assistito, riconosciuto colpevole di avere indotto il suo collega docente Sergio Tiberti a consegnargli somme non dovute.

I due legali, che annunciano appello, parlano di induzione indebita e non di concussione, reato per il quale Di Orio è stato rinviato a giudizio e sul quale si è aperto il processo a Roma, rifacendosi alla riforma Severino dell'ottobre 2012.

"Si tratta - si legge ancora nella nota - di una figura introdotta nel 2012 dalla legge Severino, che prevede la punibilità sia di chi paga che di chi riceve, e che in questo caso è stata applicata al solo Prof. Di Orio, e non anche al Prof. Tiberti, in ragione di un principio di irretroattività della legge penale".

Per gli avvocati Catenacci e Calvi, quest'ultimo ex componente non togato del Csm, "se insomma la presunta commissione dei fatti contestati fosse avvenuta dopo il 2012, sarebbero stati condannati sia accusato che accusatore.

Per quanto qualitativamente e quantitativamente meno grave di quella inizialmente ipotizzata, anche questa accusa è comunque ritenuta dai difensori, del tutto insussistente e verrà pertanto assoggettata ad appello non appena saranno rese note le motivazioni della sentenza".


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore