Confcommercio: "Mai così male il commercio all'Aquila"

17 Agosto 2012   12:40  

"Sono mesi e mesi che lanciamo a tutte le istituzioni ed ad ogni livello segnali chiari di difficolta' del settore commerciale; abbiamo rivolto allarmi ed appelli in tale direzione e, purtroppo, a tutt'oggi non abbiamo raccolto neanche un flebile segno d'attenzione da parte di chi, forse, non vuole vedere la crisi e, quindi, tacitamente si rifiuta anche di affrontarla". Lo affermano in una nota il Direttore della Confcommercio dell'Aquila, Celso Cioni ed il Presidente, Roberto Donatelli. "Eppure, - proseguono - in questa Terra d'Abruzzo, le attivita' commerciali superano le 35 mila unita' ed occupano oltre settantamila addetti. Sono cifre da capogiro, eppure, di fronte a questi numeri chiunque abbia pubbliche responsabilita' avrebbe il sacrosanto dovere di raccogliere i segnali che la nostra Associazione ha ripetutamente ed invano lanciati. E allora ci chiediamo perche'?. Perche', neanche di fronte ai dati terrificanti del primo trimestre 2012 che riguardano le chiusure (926) di aziende commerciali che superano gia' tutte quelle registrate nell'intero 2011 (925) nessuno si muove, nessuno prende iniziative? Perche', neanche di fronte alla peggiore congiuntura mai registrata dal dopoguerra che attanaglia migliaia di piccoli commercianti e di aziende dell'indotto, nessuno sente la necessito' di affrontare quella che senza dubbio e' una emergenza per le provincia, per la Citta' dell'Aquila e per l'Abruzzo intero?".

Sul tappeto - prosegue sempre la nota di Confcommercio L'Aquila - restano irrisolte questioni fondamentali: il drammatico decremento dei consumi frutto di una pressione fiscale a carico delle imprese e dei lavoratori non piu' sostenibile, provvedimenti per riequilibrare lo strapotere della grande distribuzione organizzata e la legge regionale sugli orari e le aperture festive che attende decisioni tempestive, la non condivisa riforma dei confidi che penalizza le piccole imprese del commercio, i controlli su abusivismo, circoli privati e sagre. Cosi' come non si intravvedono politiche attive sull'erogazione del credito, normative speciali per i territori terremotati e non, delle norme che regolano i rapporti dei piccoli imprenditori con Equitalia, ne' si avviano i provvedimenti necessari per la liquidazione dei danni del sisma e di sostegno per le aziende del cratere. Insomma, tanti, troppi problemi posti a livello nazionale, regionale e locale che, purtroppo, non vengono sinora affrontati. E' necessario quindi rimodulare subito l'agenda delle priorita' e serve una classe dirigente consapevole di cio' che sta accadendo e capace di rispondere alle nostre istanze, ai nostri interrogativi. E, se nelle prossime settimane non troveremo risposte a questi interrogativi, a questo punto, ci vedremo costretti, contrariamente alla nostra tradizione, a mobilitare nelle piazze e nelle vie della nostra Terra d'Abruzzo la nostra base che e' stanca di essere inascoltata ed ignorata da tutti".


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