Confesercenti, pericolosa chiusura corso Vittorio Emanuele

27 Maggio 2013   16:05  

 "Alla crisi drammatica che sta vivendo il commercio a Pescara non sta corrispondendo un'attenzione adeguata da parte delle istituzioni. Eppure parliamo della piu' grande fabbrica cittadina.
A cominciare dalla vicenda di corso Vittorio Emanuele, ci sono troppe leggerezze".
Lo hanno affermato questa mattina a Pescara il presidente provinciale di Confesercenti, Raffaele Fava, ed il direttore Gianni Taucci, che assieme ad alcuni rappresentanti della presidenza dell'associazione e dei consorzi di via, hanno fatto il punto sulle principali emergenze che vive il commercio nel centro cittadino.
"Il nostro rilevamento - ha sottolineato Fava - stima in oltre 700 i locali commerciali sfitti nella sola Pescara. Noi rilanciamo il dialogo con l'Uppi, che rappresenta i piccoli proprietari immobiliari, per calmierare i prezzi delle locazioni: ma ora c'e' bisogno anche di un coinvolgimento diretto del Comune in questo senso".
Fra le tematiche che piu' agitano il settore c'e' oggi la vicenda di corso Vittorio Emanuele. "Siamo sempre stata favorevole alle sperimentazioni che puntano ad aumentare la vivibilita' delle citta', di cui il commercio puo' solo beneficiare - ha sottolineato Fava - e mai, da Confesercenti, sono arrivati dei 'no' preconcetti.
Ma la proposta di pedonalizzare corso Vittorio Emanuele e' improvvisata e rischiosissima. Non ne conosciamo i dettagli, troppi aspetti restano sconosciuti: le imprese commerciali presenti sulla strada hanno manifestato le proprie preoccupazioni, perche' corso Vittorio e' stata pensata come un'arteria di grandi dimensioni che, se pedonalizzata, rischia di diventare solo una lunga piazza vuota.
Non si puo' pensare di organizzare una modifica cosi' profonda dell'assetto urbano della citta' senza il pieno coinvolgimento di chi su quella strada lavora ogni giorno e basa la propria economia d'impresa e familiare".
"Vogliamo prima conoscere le infrastrutture, le tempistiche e gli stanziamenti per realizzarle - ha aggiunto Aldo Marino, componente della presidenza provinciale dell'associazione e titolare di una storica attivita' su corso Vittorio Emanuele - perche' altrimenti si rischia la desertificazione.
Le grandi catene sono gia' pronte ad abbandonare la strada".


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