Contro l'Europa, le banche, le tasse, i politici inutili: mobilitazione dei Forconi in tutta Italia

09 Dicembre 2013   12:36  

Manifestazione in tutto il Paese per l’iniziativa “Fermiamo l’Italia“, contro l’austerità e il governo Letta. La protesta è organizzata dal movimento dei Forconi, da alcune sigle minori dei camionisti e da altre categorie, ma vede la partecipazione anche di semplici cittadini che chiedono le dimissioni dell’esecutivo.

Volantinaggi e manifestazioni in tante città, dove sono assenti sigle o bandiere di partito, ma sventolano i tricolori e viene intonato l’inno di Mameli.

 

In Abruzzo sono solo alcune decine e con bandiere e striscioni le persone che manifestano a Pescara, in piazza Duca d'Aosta. Distribuiscono a passanti e automobilisti volantini con la scritta «I veri italiani si fermano».

 

Una manifestazione da ricondursi, anche se indirettamente, a quella «dei Forconi», in atto in queste ore in tutta Italia.

Una protesta ''contro la globalizzazione che ha sterminato il lavoro e i sacrifici di una vita, contro l'Euro e questo modello di Europa, per riappropriarsi della Democrazia''.

Bel nidverla la siutuazione  a Torino dove sono state lanciate molotov contro il Palazzo della Regione. 

Le auto per entrare a Torino impiegano circa un'ora. La questura ha reso noto che due manifestanti sono stati denunciati nella notte a Orbassano per aver danneggiato con un cacciavite un'auto di servizio.

Un centinaio di manifestanti aderenti al 'movimento dei forconi' aveva bloccato, intorno alle 4,30 di stamattina, l'ingresso del Centro agro-alimentare torinese, a Grugliasco.

Gli attivisti hanno rovesciato masserizie sulla sede stradale e poi le hanno incendiate, impedendo ai camion di entrare e uscire.

Hanno poi abbandonato pacificamente il posto. Gli ingressi sono così stati ripristinati dalla polizia. 

Blocchi stradali, per i soli mezzi pesanti, sono attuati dal movimento dei forconi agli svincoli autostradali di Carisio (Novara), sulla Torino-Milano.

La circolazione nella zona sta subendo rallentamenti. Un volantinaggio con alcune decine di manifestanti è invece in corso in piazza Pitagora, nella zona sud di Torino.

Anche qui non vi sono blocchi ma soltanto rallentamenti. I manifestanti occupano la sede stradale simbolicamente ogni cinque minuti per distribuire i volantini e poi lasciano libera la strada.

Presidi senza alcun blocco si sono costituiti anche in piazza Derna, sempre a Torino, all'autoporto Pescarito di San Mauro Torinese e all'Interporto di Orbassano.

E' stata confermata la linea dei Forconi a Catania: sciopero con presidi, ma nessun blocco del traffico. Così in quello che negli anni scorsi è stata la sede 'simbolo' della protesta del movimento, il casello di San Gregorio dell'autostrada A18, la Messina-Catania, non ci sono stati blocchi. Una delegazione di una decina di manifestanti ha trascorso la notte sul posto annunciando un volantinaggio. La zona è presidiata da ieri sera dalle forze dell'ordine. A Catania la Questura, su richiesta del movimento dei Forconi, ha autorizzato manifestazioni e incontri a piazza Università.

Due le iniziative in corso nel Napoletano e, in entrambi i casi, non si registra al momento alcun intoppo alla circolazione stradale. Sulla strada statale 7, nei pressi di Nola - si apprende dalla Questura di Napoli - vi è stato un volantinaggio, mentre nei pressi del casello di Palma Campania dell'autostrada A30 una sessantina di manifestanti - sempre secondo fonti della Polizia - ha tentato un'iniziativa di "sensibilizzazione". I manifestanti sono stati invitati dalla Polizia a spostarsi su una strada vicina.

Esponenti del 'Movimento dei forconi', che chiede le dimissioni dei rappresentanti di governo, hanno bloccato il traffico sulla tangenziale di Bari tra le uscite di Poggiofranco e Carrassi. In entrambe le direzioni il transito dei mezzi pesanti è bloccato ed è consentito solo quello delle auto con notevoli rallentamenti. Stesso scenario sulla statale 231 in agro di Corato (Bari): in direzione nord e sud il transito è permesso solo alle auto.

Una protesta che vedrà un gruppo di manifestanti radunarsi in piazza Libertà, davanti alla Prefettura di Bari, per dare vita ad un corteo, che partirà alle 10 per attraversare le strade del centro cittadino.

In provincia di Foggia, sulla Ss16, blocco totale dei mezzi pesanti al Km 670, con rallentamenti alla circolazione delle auto. Un centinaio di autotrasportatori ha manifestato questa mattina verso le 5 anche sulla statale 613 Lecce-Brindisi in direzione nord, rallentando e a tratti bloccando il traffico veicolare in prossimità dello svincolo per Surbo.

Una protesta che si inserisce in quella nazionale ma che non era stata autorizzata, facendo subito scattare l'intervento delle forze dell'ordine. La protesta ha creato lunghe code e rallentamenti per poi terminare dopo l'intervento dei poliziotti intorno alle 8.30.

Assalto ai distributori di carburante in Calabria per il minacciato sciopero dei forconi, ma nessun blocco stradale. La Polizia stradale, a quasi 12 ore dall'inizio della protesta, non segnala alcun problema per la circolazione veicolare sia a Villa San Giovanni che allo svincolo Cosenza nord-Rende dell'autostrada Salerno Reggio Calabria, i due punti nevralgici inseriti nella mappa nazionale della mobilitazione. I soli disagi che si stanno verificando riguardano le colonnine di benzina e gasolio, quelle rimaste aperte dopo il picco di ieri, dove si registrano file chilometriche.

A Cosenza nord, nessun tir fermo ma solo una decina di manifestanti che espongono cartelloni inneggianti all'iniziativa. Assolutamente deserto, invece, l'altro nodo di Villa San Giovanni, strategico per i collegamenti da e per la Sicilia.

È iniziata con il blocco della strada che collega Cagliari con la sede dell'Agenzia delle Entrate nel quartiere periferico di via Pintus la protesta dei movimenti anti Equitalia in contemporanea con analoghe manifestazioni in tutta Italia. Presenti al manifestazione la parlamentare del Movimento Cinque stelle Manuela Serra, gli aderenti al «Presidio di piazzale Trento» e altre associazioni. Agli automobilisti e agli utenti vengono distribuiti volantini con la scritta «Basta Usura». Analoghe manifestazioni con autotrasportatori si stanno svolgendo sulla strada statale 130, poco distante da Elmas, e davanti al Porto Canale di Cagliari. Qualche momento di tensione fra manifestanti e automobilisti che cercano di raggiungere la sede dell'Agenzia.

Il leader dei Forconi: ''Paese alla fame, siamo disperati''

Spiega Mariano Ferro, il leader del Moviemnto dei Forconi

ììCentinaia di migliaia di famiglie, di imprese, di uomini, donne e giovani hanno perso le loro attività, il loro lavoro e persino la stessa dignità di esseri umani.

Assistiamo impotenti alla progressiva svendita del nostro paese, l’economia è in ginocchio e non si vede una via d’uscita.

Siamo giunti alla conclusione che la rivolta è l’unica strada percorribile, non c’è altra alternativa.

I cittadini, indifferentemente di destra o di sinistra, sono chiamati alla mobilitazione. Perché la fame non ha colore. Al dopo penseremo, intanto riprendiamoci la nostra sovranità, la democrazia, i nostri diritti. Proprio chi ci governa ha calpestato la Costituzione, sono rei di alto tradimento, dobbiamo mandarli tutti a casa. Il governo vuole solo gestire la rabbia popolare, ci permettono di fare manifestazioni, danno lo spazio ai sindacati di scioperare, è solo una concessione. Questa volta no. La nostra rabbia deve travalicarli. Non torneremo a casa senza risultati.

Quello che stiamo facendo è soltanto un piccolo passo per fare da sveglia agli italiani.

Non siamo soli per fortuna. Ci siamo incontrati con diverse associazioni, comitati, gruppi, in varie regioni. Abbiamo formato un coordinamento nazionale, cui hanno aderito Azione Rurale Veneto, comunemente definiti come i "Cobas del Mais", l'A.I.Tras, Associazione Italiana Trasportatori, C.R.A. Comitati Riuniti Agricoli. Ed ancora Life Veneto, il movimento dei Liberi Imprenditori Federalisti Europei, M.A.A. Movimento Autonomo Autotrasportatori, i Cobas del Latte.

Questo significa che a guidare la protesta saranno in prevalenza gli agricoltori, i camionisti, gli allevatori, i piccoli commercianti, rappresentanti di quell’Italia che produce, anzi produceva.

C’è una crisi economica dagli effetti devastanti, i governi, di qualsiasi colore e appartenenza politica, devono necessariamente rispettare i parametri imposti dall’Unione Europea, non possono fare diversamente.

Si continuerà quindi a tagliare dovunque, ci imporranno un’austerità sempre più severa, che ci hanno presentato come una terapia per guarire il malato. Invece lo stanno uccidendo. E il problema è che a pagarne lo scotto è la maggioranza del popolo italiano.

Ci dicono sempre che l’anno successivo ci sarà la ripresa, ci illudono con segnali di crescita. Ma quale crescita, e quale ripresa. Mentono sapendo di mentire. L’unica via d’uscita è negli italiani.

Gli italiani devono smentire la fama di essere un popolo di pecore, alzare la testa e riprendersi ciò di cui sono stati privati. Mai come ora c’è stata la necessità di una sollevazione di massa, e noi stiamo cercando di essere un pungolo, uno stimolo, cerchiamo di dare l’esempio.

Cercheremo di non ripetere gli errori commessi in passato e non ci siederemo al tavolo delle trattative con nessuno. Il popolo deve contare sulle sue forze e non sugli attuali partiti, che si dimostrano incapaci di evitare il definitivo collasso del Paese.

I cittadini, indifferentemente di destra o di sinistra, sono chiamati alla mobilitazione. Perché la fame non ha colore. Al dopo penseremo, intanto riprendiamoci la nostra sovranità, la democrazia, i nostri diritti. Proprio chi ci governa ha calpestato la Costituzione, sono rei di alto tradimento, dobbiamo mandarli tutti a casa. Il governo vuole solo gestire la rabbia popolare, ci permettono di fare manifestazioni, danno lo spazio ai sindacati di scioperare, è solo una concessione. Questa volta no. La nostra rabbia deve travalicarli. Non torneremo a casa senza risultati.

 


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