Credito alle imprese da incubo: 306 milioni in meno dalle banche, tassi sopra l'8%

13 Settembre 2013   11:21  

Mai così male, da dieci anni, il credito abruzzese che perde, nel primo trimestre del 2013, ben 306 milioni, a tutto svantaggio di attività produttive e famiglie.

Con le piccole banche, per la prima volta dal 2010, al di sotto della media nazionale del settore.

Lo rivela uno studio realizzato da Aldo Ronci per la Cna regionale, sul primo trimestre del 2013.

A fare le spese di questa ennesima dimostrazione di quanto il credit crunch mini alla base il nostro sistema produttivo, secondo i dati diffusi dalla Banca d’Italia, sono soprattutto le imprese, con ben 254 milioni di euro in meno erogato, con penalizzazioni a raffica per tutti i settori: in particolare l’industria (-115 milioni), l’edilizia (-58) e i servizi (-60), le famiglie produttrici (artigiani, commercianti e micro imprese fino a tre dipendenti, ndr) con -17.

In percentuale, la variazione negativa – sempre per quel che riguarda il mondo delle imprese – è stata dell’1,62%, cifra nettamente superiore alla media nazionale (-1,12).

Sul piano territoriale, il decremento del credito alle imprese è stato pesante ed omogeneo, con punte massime a Chieti e Teramo (-75; -70) e leggermente più contenute all’Aquila (-53) e Pescara (-56).

Anche in questo caso, valori percentuali medi nettamente superiori alla media nazionale, con la provincia aquilana in testa negativamente: -2,25%.

Elevata, come detto, anche la perdita registrata dalle famiglie consumatrici, con 52 milioni di euro in meno, ma per gli acquisti diversi dall’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie consumatrici si è verificata una restrizione di 125 milioni di euro.

Nel trimestre nero del credito abruzzese, spicca dopo anni di protagonismo la caduta delle piccole banche: «Tra gennaio e marzo di quest’anno - illustra Ronci - il decremento percentuale è stato per la prima volta peggiore di quello medio italiano dal 2010. Si potrebbe ipotizzare che le vicende che interessano istituti oggetto di incorporazione da parte dei grandi gruppi nazionali abbiano già determinato un calo della sensibilità verso le esigenze della sofferente economia abruzzese».

Il confronto negativo tra credito abruzzese e nazionale si estende anche alle operazioni bancarie.

Sulle operazioni “a revoca”, ad esempio, il tasso praticato dal sistema bancario abruzzese è stato dell’8,62%, a fronte del 6,88% nazionale, con uno spread di 1,74 punti percentuali.

Luci ed ombre, al contrario, per quel che riguarda le cosiddette “sofferenze”, ovvero i crediti diventati inesigibili: nel primo trimestre del 2013 hanno registrato un incremento di 9 milioni di euro, con una crescita sì dello 0,34%, ma di gran lunga inferiore a quella media italiana (+ 3,46%).

Tuttavia, sempre nello stesso periodo, il rapporto tra “sofferenze” e credito erogato è schizzato a quota 10,45%, a fronte del 7,68% nazionale: con una differenza di ben 2,77 punti percentuali in quanto la bassa crescita delle sofferenze non è riuscita a compensare il forte decremento del credito.

Salgono, infine, i depositi e il risparmio postale, che hanno registrato una crescita di 151 milioni di euro: in valore percentuale, i depositi abruzzesi hanno segnato una crescita dello 0,62%, valore molto inferiore all’incremento nazionale (3,59%).

Nel primo trimestre 2013 il credito in Abruzzo ha subito un decremento di 306 milioni di euro, che rappresenta il peggior valore registrato negli ultimi dieci anni.

Tale decremento presenta le seguenti caratteristiche:

- si distribuisce per 254 milioni di euro alle imprese e per 52 alle famiglie consumatrici ed è penalizzante per entrambi i destinatari e in generale per l’economia regionale;

- si manifesta pesantemente in tutte e quattro le province (L’Aquila -73, Teramo -76, Pescara -65 e Chieti -92) ;

- penalizza tutti i settori (l’industria -115, l’edilizia -58, i servizi -60 e le famiglie produttrici -17) ;

- per gli acquisti diversi dall’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie consumatrici si verifica una restrizione di 125 milioni di euro.

In Abruzzo nel I trimestre 2013 il decremento percentuale del credito delle piccole banche, è stato per la prima volta peggiore di quello medio italiano nel periodo che va dal 2010 al 2013.

Si potrebbe ipotizzare che le vicende, che interessano da una parte la Carispaq e la BLS che sono state di recente incorporate nella BPER e dall’altra parte la Tercas che è sotto il controllo della Banca d’Italia, abbiano determinato già dal I trimestre 2013 un calo della sensibilità che da sempre le piccole banche abruzzesi hanno avuto verso le esigenze della sofferente economia abruzzese.

TASSI SULLE OPERAZIONI A REVOCA

Sulle operazioni a revoca che il sistema bancario abruzzese ha eseguite nel I trimestre 2013 il tasso è stato dell’8,62% a fronte del 6,88% nazionale con uno spread di 1,74 punti percentuali.

LE SOFFERENZE

Nel I trimestre 2013 le sofferenze hanno registrato un incremento di 9 milioni di euro. La crescita percentuale delle sofferenze è stata dello 0,34%, valore di gran lunga inferiore a quello medio italiano che ha segnato un incremento del 3,46%.

RAPPORTO TRA SOFFERENZE E CREDITO

Nel I trimestre 2013 il rapporto abruzzese ha raggiunto quota 10,45% a fronte del 7,68% nazionale segnando un differenziale di ben 2,77 punti percentuali.

Rispetto al I trimestre 2012 (2,06 punti percentuali), lo spread tra i rapporti è più alto in quanto la bassa crescita delle sofferenze non è riuscita a compensare il forte decremento del credito.

I DEPOSITI E IL RISPARMIO POSTALE

I depositi e il risparmio postale hanno registrato una crescita di 151 milioni di euro. In valore percentuale i depositi abruzzesi hanno segnato una crescita dello 0,62% valore molto lieve rispetto al consistente incremento nazionale (3,59%).

 


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