Crisi: CIA, agricoltura strangolata dai costi

18 Marzo 2013   13:40  

"Le imprese agricole sono sempre piu' strozzate dai costi e l'arrivo della nuova stangata che si chiama Imu, Iva e Tares rischia di avere effetti disastrosi.

La confusa e quanto incerta situazione politica rende tutto ancora piu' difficile.

Ecco perche' e' indispensabile al piu' presto assicurare la governabilita'.

Altrimenti e' in serio pericolo la crescita del nostro Paese e il futuro stesso dell'intero sistema agroalimentare italiano".

Lo afferma il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi.

"Il pacchetto di misure fiscali in arrivo per la seconda meta' dell'anno -sottolinea Politi- si tradurra' in fardelli per le aziende. E l'agricoltura paghera' in misura alquanto gravosa.

Nel 2012 il settore primario ha visto crescere in modo esponenziale gli oneri produttivi, contributivi e burocratici. Lo scorso anno hanno chiuso piu' di 17mila imprese agricole.

E le nuove gabelle non faranno altro che aggravare una situazione di per se' gia' drammatica. L'ingiusta Imu sui fabbricati rurali e sui terreni agricoli rendera' la gestione aziendale ancora piu' complessa.

Ad essa si aggiungera' la Tares sui rifiuti e servizi che andra' ad appesantire notevolmente i bilanci. Per non parlare dell'aumento dell'Iva dal 21 al 22 per cento che avra' riflessi negativi per i consumi, in particolare quelli alimentari che hanno subito un drastico taglio". 

"Davanti a scenari del genere manifestiamo tutta la nostra piu' viva preoccupazione. Paventiamo -rileva il presidente della Cia- il pericolo di un grave allungamento della crisi per l'agricoltura e per il sistema agroalimentare.

Il che comprometterebbe la ripresa dello sviluppo e della competitivita' che oggi e' fondamentale per salvare dal tracollo tante imprese che sono costrette ad affrontare costi penalizzanti, un'asfissiante burocrazia e ostacoli spesso insormontabili".

"Per questa ragione ci auguriamo -conclude Politi- che la caotica situazione politica si ricomponga in tempi rapidi e che si arrivi ad un esecutivo in grado di governare mettendo al centro della sua azione l'economia reale.

Oggi servono terapie d'urto per assicurare un futuro di certezze alle tante aziende che operano in affanno e con la prospettiva della chiusura. In una parola, bisogna evitare il collasso".


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