Crisi: Coldiretti, paura bancarotta frena l'apertura di nuove attività economiche

09 Maggio 2013   13:14  

Quattro italiani su dieci hanno paura del rischio di andare in bancarotta nel caso di avvio di una nuova attivita' imprenditoriale.

E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Eurobarometro pubblicati nel 2013, divulgata in occasione dell'Assemblea di Rete Imprese Italia.

A frenare l'apertura di nuove attivita' economiche (Pmi) in Italia concorre - sottolinea la Coldiretti - anche il rischio di perdere la proprieta' o la casa (32 per cento) mentre il 27 per cento teme di non avere un reddito garantito.

Eppure, precisa Coldiretti, quasi la meta' degli italiani (44 per cento) se potesse scegliere tra diversi tipi di lavoro preferirebbe impegnarsi in proprio piuttosto che essere dipendente di una azienda, una percentuale piu' alta rispetto alla media comunitaria del 37 per cento.

Una tendenza confermata dal fatto che il 40 per cento degli italiani desidererebbe diventare imprenditore nei prossimi cinque anni, nonostante le difficolta'.

Il sistema imprenditoriale italiano, fondato sulla piccola media impresa (Pmi), gode - sostiene Coldiretti - di una alta considerazione sociale a livello nazionale con l'88 dei cittadini che lo ritiene importante per creare lavoro e il 78 che lo giudica positivamente perche' realizza nuovi prodotti e servizi per il bene di tutti.

Un patrimonio a rischio come conferma l'allarme lanciato dalla Bce sul fatto che le piccole e medie imprese italiane e spagnole sono al "top" nell'Eurozona per quanto riguarda il peggioramento di utili e fatturato nel periodo fra ottobre 2012 e marzo 2013.

Un problema che riguarda anche il settore primario nel quale il saldo tra nuove iscrizioni e chiusure di imprese agricole e' risultato - sottolinea Coldiretti - negativo per ben 13.106 unita' nel primo trimestre del 2013.

L'effetto credit crunch - conclude Coldiretti - si fa sentire anche nel settore agricolo dove il credito agrario erogato alle aziende ha subito un taglio del 22 per cento nel 2012 con il valore delle erogazioni sceso al livello piu' basso dal 2008.


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