Crisi profonda dell'edilizia, persi in Abruzzo settemila posti di lavoro

06 Dicembre 2012   15:35  

Per rilanciare in Abruzzo il settore dell'edilizia, che nel 2012 ha perso 7 mila posti di lavoro, la Fillea Cgil chiede alla Regione, tra le altre cose, di finanziare con 100 milioni di fondi Fas la costruzione di nuove case popolari.

Per Silvio Amicucci, segretario regionale Fillea Cgil, la crisi dell'edilizia "e' enorme. 

Alla Micron di Avezzano - ha detto - si contano 700 esuberi, in questo settore dieci volte tanto. La situazione, dunque, e' veramente drammatica.

Per questo servono azioni concrete da parte della Regione, come quella di destinare 100 milioni di Fas per realizzare nuovi alloggi popolari e dare in questo modo anche una risposta ad un disagio abitativo che sta diventando una vera emergenza regionale.

Inoltre chiediamo di portare a compimento alcuni disegni di legge per dare una scossa al settore".

Per il segretario della Fillea Cgil occorre anche un'inversione nell'ottica della sostenibilita': "Fino ad oggi si e' costruito tanto e male, sfruttando il territorio. Ora c' e' bisogno di ripensare il settore costruendo bene e in modo utile per la citta'".

Innovazione e sostenibilita' sono anche i temi del convegno in programma l'11 dicembre a Pescara "in quell'occasione - ha detto Stefano Cianciotta, del Polo dell'Edilizia - presenteremo un progetto approvato di recente riguardante la ricostruzione degli uffici del tribunale dell'Aquila. Sara' il primo tribunale italiano interamente bioclimatico che favorira' il risparmio energetico"

LA CRISI DELL'EDILIZIA IN ITALIA

I dati Istat sul prodotto interno lordo, diffusi ieri, fotografano per l'ennesima volta la crisi dell'edilizia, partita nel 2008 e mai terminata.

La variazione congiunturale del secondo trimestre 2012 degli investimenti fissi lordi in edilizia è stata del -1,5%, rispetto al calo medio del Pil complessivo dello 0,8; il dato tendenziale (2° trimestre 2012 su 2° trimestre 2011) è invece del -6,3%, contro un Pil a -2,6 per cento.

La recessione in edilizia ha eroso in cinque anni – secondo i dati dell'Ufficio studi Ance –, dal 2007 al 2012, il 25,8% degli investimenti in costruzioni (in valori reali). Una crisi che è arrivata dopo nove anni di crescita ininterrotta, dal 1999 al 2007, ma che ha riportato indietro il settore, sempre in valori reali, al livello più basso dal 1970 (elaborazioni Ance su dati Istat).

A soffrire in questi anni sono stati tutti i comparti dell'edilizia,ma in particolare la produzione di nuove abitazioni, che nel quinquennio 2007-2012 avrà perso il 44,4% del suo valore reale, e i lavori pubblici (-37,5%).

In termini occupazionali l'Ance stima che il settore abbia perso dal 2008 circa 245mila posti di lavoro (208mila dipendenti e 37mila indipendenti), scendendo da circa due milioni di occupati a 1.755.000.

«Nel settore delle costruzioni – ha commentato il segretario generale della Fillea-Cgil, Walter Schiavella – non solo non abbiamo alcun segnale di ripresa, ma siamo vicini al punto di non ritorno di un collasso produttivo che non ha eguali dal dopoguerra a oggi».

Il dato Istat sulle costruzioni è comunque in linea con quanto previsto dall'Ance, già a giugno, nell'Osservatorio congiunturale, che calcolava un 2012 con un calo reale del 6,0% negli investimenti in costruzioni.

L'Ance stima la fine della recessione (+0,1%) nel 2013, grazie soprattutto alla spinta del decreto Sviluppo (in particolare il Piano città e le agevolazioni fiscali potenziate per la ristrutturazione edilizia). Il dato complessivo resterebbe comunque al -25% rispetto al 2007. (Fonte Il Sole24ore)

 

 

 

 

 


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