Dario Franceschini Contro Apple: "Fa Pagare Copia Privata Agli Utenti"

23 Luglio 2014   12:17  

Il Ministro della Cultura Dario Franceschini dopo aver dato l'avvallo al salasso dell'aggiornamento tariffario del cosiddetto "equo compenso", obolo "regalato" alla SIAE attacca pesantemente la Apple Italia per aver ritoccato in modo anche curioso i prezzi del suo intero catalogo digitale adeguandolo alle nuove imposte e non riassorbendo lei stessa l'imposta.

"L'equo compenso" è la tassa che tutti i macchinari elettronici che possono immagazzinare dati devono pagare, dai televisori alle memorie ai DVD o CD, ivi compresi smartphone, computer e tablet.

Anche i decoder satellitari e le console da gioco non sono escluse. La tassa, nonostante un recente studio dell'ex ministro Bray dica sia completamente inefficace, è stata "adeguata" da Franceschini qualche settimana fa ed ora sta generando i primi risultati sui prezzi al consumo.

Evidentemente quando lo stesso Ministro si sbracciava dicendo che sarebbe stata assorbita dalle aziende, lo stesso era in completo errore.

Per come è stato concepito, mira a risarcire preventivamente gli autori e, soprattutto, gli editori, dalla perdita che potrebbero avere qualora un cittadino, dopo aver acquistato regolarmente, ad esempio, un cd musicale, ne trasferisca il contenuto sul proprio smartphone (esercitando, peraltro, un suo sacrosanto diritto di fruizione dell'opera), computer o dispositivo di archiviazione di massa senza acquistarne una seconda copia digitale dai negozi online come iTunes o Play Music. Secondo quanto dichiarato dall'avv. Luca Scordino, consigliere di gestione della SIAE, in una intervista al Fatto Quotidiano, la società degli autori e degli editori nel solo 2012 ha trattenuto 4,7 milioni di euro su quanto incassato dall'equo compenso a titolo di costi di gestione. Una cifra ragguardevole, considerando che l'ente incassa anche altri contributi dai suoi iscritti, dalle casse discografiche, dai gestori dei locali, dagli organizzatori delle sagre paesane estive e dai concerti delle band liceali.

Così il Ministro si scaglia contro la Apple e compara i prezzi in giro per l'Europa del suo device di punta l'iPhone 5s:

Fortunatamente Franceschini non ha le competenze per l'economia nel Governo Renzi altrimenti quanto scritto sarebbe decisamente poco gratificante anche per l'intelligenza degli italiani.

I ministro sa benissimo che non sono confrontabili le politiche di prezzo nei diversi paesi del mondo con costi del lavoro, tassazione e IVA differenti.

L'Italia solo in fatto di Imposta sul Valore Aggiunto è quasi ai massimi europei che impone il tetto al 23%!

Che aziende del calibro di Apple vogliano fare profitto è scontato, come scontato è il fatto che in molti casi riescano, in modo completamente legale, a pagare solo una frazione delle imposte di qualsiasi azienda italiana, ma è anche vero che quanto "l'iniquo compenso" sia un balzello di stampo medioevale.


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