Ddl diffamazione, Siddi (Fnsi): "L'obbligo di rettifica c'è già, ma spesso disatteso"

26 Novembre 2012   11:19  

"Per salvarne uno ne colpiscono cento. E in realta' non salveranno neanche quell'uno, cioe' Sallusti, perche' le norme 'ad personam' portano jella".

Lo afferma il presidente della Fnsi (Federazione nazionale della stampa) Franco Siddi in un'intervista al 'Corriere della Sera', riflettendo sul ddl di modifica della norma sulla diffamazione all'esame del Senato. E ammonisce: il Parlamento eviti "una figuraccia terribile" facendo passare "una legge mostruosa, squilibrata e incostituzionale che distingue tra giornalisti e direttori. Ed e' gia' all'attenzione dell'Europa, perche' prevede la pena sproporzionata del carcere per i giornalisti".

La Fnsi propone una soluzione: "L'obbligo di rettifica entro sette giorni, documentata e riparatrice, come primo elemento di responsabilizzazione di qualsiasi giornalista e principale condizione per il ristoro del diffamato". L'obbligo c'e' gia' ora, ma a volte viene ignorato. "Infatti questo strumento va reso piu' incisivo - sottolinea Siddi - con l'istituzione di un giuri': un organismo esterno all'Ordine dei giornalisti, con personaggi autorevoli che possano garantire un controllo immediato della documentazione e dell'applicazione della norma". E conclude avvertendo: se oggi il ddl dovesse passare, "lo sciopero tornerebbe immediatamente in campo".


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