Degrado della sanità abruzzese, la denuncia della federazione Veterinari e Medici d'Abruzzo

02 Novembre 2017   11:12  

Dapprima la mannaia del lungo Commissariamento con annessi Piani di rientro e, successivamente, la tanto evocata esigenza "normativa" di consolidare quella presunta "virtuosità" che avrebbe permesso il ritorno alla gestione fisiologica della sanità regionale; in ambedue i casi abbiamo assistito allo sventramento delle risorse positive che avevano caratterizzato la sanità abruzzese negli anni precedenti.

La "riorganizzazione" della Rete Ospedaliera, che avrebbe dovuto rispondere ad esigenze di efficacia, efficienza ed appropriatezza dei servizi offerti ai cittadini, si è caratterizzata con una lunga ed estenuante guerra di "campanili" protesi unicamente a salvaguardare il proprio Ospedale; guerra che continua ad essere al centro dell'agone della politica sanitaria nostrana, anche e soprattutto in virtùr delle prossime scadenze elettorali.

Le scelte sicuramente piùr efferate sono state e continuano ad essere quelle che, in virtù della decantata esigenza di "fare economia", giustificano la demolizione di Servizi di eccellenza nei quali professionisti seri e non "apparentati" con il potere politico hanno portato avanti, sulla propria pelle, esperienze virtuose capaci di rispondere ai bisogni della popolazione, pur in totale carenza di risorse umane e funzionali. Queste esperienze, di indiscutibile eccellenza, sono state oggetto di boicottaggi attivi protesi a renderle non fruibili da parte della popolazione e, quindi, a dimostrarne la non redditività nei "nobili" sistemi aziendali.

Dall'altra parte, si è constatato un proliferare di nuove strutture e di nuove unità operative che hanno riempito gli organigrammi dei nuovi Atti Aziendali; strutture assolutamente "fatiscenti" e prive di alcun legame con i bisogni di salute espressi dalla popolazione abruzzese; strutture però utilissime per costruire nuovi primariati necessari a sfamare molteplici "appetiti amici".

ln sintesi si è estremamente amplificata quella storica "contraddizione" che vedeva e vede quei professionisti motivati da una vera "missione" ma distanti dalla dimensione di "appartenenza" , gli unici protagonisti di esperienze positive protese unicamente a dare risposte vere ed eccellenti ai bisogni dei cittadini, soccombere sotto la mannaia delle ritorsioni del potere che sta portando a termine un cinico disegno di epurazione di tutti i "non allineati".

La tanto decantata e celebrata centralità della medicina territoriale che, da sempre, avrebbe dovuto rappresentare il "fulcro" del sistema sanitario regionale, si è confermata un grande bluff che mantiene, al centro della attenzione della politica, solo ed unicamente l'Ospedale inteso come una grande centrale di potere in grado digarantire enormi serbatoi elettorali.

La chimera della integrazione socio-sanitaria, che avrebbe dovuto favorire l'incontro tra due aspetti inscindibili nell'espressione e nell'appagamento dei bisogni assistenziali della popolazione, non ha mosso neppure i primissimi passi trovando addirittura forti resistenze sulla necessità prioritaria di ridisegnare la

mappa dei nuovi distretti e dei nuovi ambiti sociali, che avrebbero dovuto geograficamente coincidere per permettere una reale sinergia degli interventi sociali e sanitari; ma, a tutt'oggi, non si è realizzato neppure questo primo indispensabile obiettivo.

Federazione Medici e Veterinari stigmatizza con forza questo atteggiamento irresponsabile della classe politica abruzzese che, ora piùr che mai, sembrerebbe proteso unicamente a garantirsi utili "bottinielettorali", dimenticando completamente i bisogni di salute della popolazione e misconoscendo ognitipo di meritocrazia dei professionisti che operano nel "sistema salute".

FVM ritiene indispensabile una immediata inversione di tendenza, in grado di ricostruire un humus di affidabilità e di fiducia reciproca tra gli attori protagonisti del sistema salute abruzzese; inversione di tendenza che deve vedere protagoniste tutte le componenti attive attraverso il rilancio di quel confronto e diquella concertazione che da troppo tempo sono statiaccantonati a favore di un "centralismo autoritario".

Solo in questo modo si potranno ripristinare le condizioni necessarie per favorire una reale rinascita del Sistema Sanitario Regionale. 


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