Depuratori rotti e fiumi ridotti a cloache, la Regione istituisce una Commissione d'inchiesta

07 Agosto 2013   11:32  

Istituire una Commissione di inchiesta sullo stato delle depurazione e qualità delle acque in Abruzzo. E' quanto contenuto nella risoluzione approvata oggi all'unanimità dal Consiglio regionale dell'Abruzzo.

Nello specifico, il provvedimento impegna il Presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano a istituire un'apposita Commissione (della durata di tre mesi) che dovrà avviare un censimento di tutti i depuratori presenti sul territorio regionale, verificare la congruenza delle spese sostenute per l’adeguamento, il completamento e il potenziamento dei depuratori, degli acquedotti e delle fognature.

La commissione, inoltre, avrà il compito di quantificare gli introiti, dettagliatamente indicati in bollettazione, incassati dai soggetti gestori del Servizio Idrico Integrato e destinati alla realizzazione di interventi sui depuratori sulle reti idriche e sulle reti fognarie e, infine, verificare, in ragione della crescita esponenziale della spesa sostenuta, se le assunzioni di personale amministrativo in carico ai soggetti gestori, nel corso degli anni, sono avvenute nel rispetto della legislazione nazionale e regionale vigente in materia.

Nella risoluzione approvata dal Consiglio regionale si chiede che la relazione finale venga inviata alla Procura della Corte dei Conti.

''Una prima risposta allo scandalo infinito che ha segnato la gestione del settore in Abruzzo negli ultimi anni'': commenta Carlo Costantini, consigliere regionale Mov 139, dopo l'approvazione della sua proposta di risoluzione - Ora anche la Procura dovrà attivare le necessarie azioni di responsabilità nei confronti di chi ha ridotto l'acqua dell'Abruzzo da fattore di ricchezza ad elemento di arretramento sociale ed economico.

Non è stata invece approvata la risoluzione presentata dal consigliere Maurizio Acerbo, che chiede l'immediata rimozione di Adriano Goio, commissario per il risanamento del bacino dell'Aterno-Pescara, di Pierluigi Caputi, commissario per la gestione del Sistema Idrico Integrato in Abruzzo e di Antonio Sorgi, dirigente della Regione Abruzzo.

Si legge nella premesse della risoluzione:

''L’Unione Europea ha stabilito con la Direttiva 60/2000/CE “Acque” che entro il 2015 tutti i fiumi devono raggiungere lo stato ambientale definito “buono”, entro il 2008 dovevano raggiungere almeno lo stato “sufficiente” e comunque non peggiorare il proprio stato di qualità.

Ma nel 2011 l’Abruzzo non solo non coglie l’obiettivo già fissato per il 2008, con oltre il 35% dei punti di campionamento al di sotto della classe “sufficiente” (quindi pessimo o scadente) ma vede aumentare i modo vertiginoso i casi classificati nella categoria peggiore sulle 5 possibili.

Ben il 10% (12 su 118) delle stazioni monitorate nel 2011 è risultato nella classe “pessimo” mentre nel 2009 erano 3 e nel 2008 solo 1.

Rispetto al 2009, prendendo in esame esclusivamente le stesse 88 stazioni che sono state campionate in entrambi gli anni, il 38% è stato declassato mentre solo il 4% ha visto migliorare la categoria di qualità, il restante 58% è rimasto invariato''

E ancora:

''Tra il 2009 e il 2011 i due principali fiumi abruzzesi, il Sangro e l’Aterno-Pescara, hanno visto peggiorare la loro qualità, il primo da “buono” a “sufficiente” e “scadente” (significativamente il tratto che scorre nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise!) e il secondo da “sufficiente” a “scadente” (tranne una sola stazione nella classe “sufficiente”);

L’obiettivo di raggiungere lo stato “BUONO” entro il 2015 imposto dalla Direttiva Acque 60/2000/CE si sta allontanando sempre di più, visto che il trend è in peggioramento e ormai il 68% delle stazioni di campionamento non è nella classe “BUONO”

La situazione dei fiumi abruzzesi è ormai un’emergenza che si fonda sui problemi connessi alla mancata depurazione degli scarichi e sull’eccessiva captazione delle acqua per scopi irrigui, idroelettrici e industriali.

Lo stato pietoso di molti fiumi nelle aree a maggior valore turistico della Regione (Parco d’Abruzzo, costa teramana e chietina) è potenzialmente foriero di un gravissimo impatto sull’economia regionale.''

E a proposito di depuratori: sono stati rinviati a oggi i risultati dei campionamenti eseguiti dalla Capitaneria di porto nel tratto di mare antistante il confine tra Pescara e Francavilla in seguito allo sversamento di liquami provenienti dalla foce del Fosso Pretaro.

Se l’Aca ha ufficializzato che la fuoriuscita di liquami sarebbe stata determinata dal blocco di una pompa di sollevamento a Francavilla per un guasto elettrico, i tecnici del Comune di Pescara hanno individuato, a 2 metri di profondità in mare, la presenza di una condotta che continua a sversare acqua.

Per questa ragione Pescara scriverà all’assessore all'Ambiente e ai Lavori pubblici del Comune di Francavilla per chiedere delucidazioni.

E sempre a proposito di fiumi, Antonio Sangiuliano, presidente   circolo di Legambiente di Francavilla, torna a denunciare l'emergenza rappresentata dal fiume Alento.

«Il fiume Alento è un grande malato - si legge in una nota - ma le sue malattie non sono percepite dai più, che vedono solo l'immondizia, i ratti e gli insetti Il fiume nasconde insidie ben più pericolose come la presenza di metalli pesanti.

Non a caso vi è tuttora in vigore una ordinanza che vieta l'uso dei pozzi a 200 metri a nord e a sud del fiume per la presenza di inquinanti.

E, non a caso, la stradina lato sud è stata messa in sicurezza ed è interdetto il passaggio. La gente è anche giustamente esasperata di fronte all'immobilismo delle autorità competenti, ma l'Alento ha la necessità di veder bonificate le sue sponde e le sue acque''.

 

 

 

 

 

 

 


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