Devastazioni dei cinghiali, gli agricoltori sul piede di guerra per i mancati risarcimenti

22 Ottobre 2013   11:02  

Agricoltori della Marsica e della Valle Subequana sul piede di guerra e disposti a tutto pur di ottenere quanto gli spetta di risarcimento a seguito degli ingenti danni causati dai cinghiali, oramai un vero flagello dopo le tasse e la burocrazia.

I danni sono quantificati in un milione di euro, ma la Regione e la Provincia mettono sul piatto soolo 222mila euro. I soldi preferiscono evidentemente spenderli per consulenze inutili e fiere dal non verifcato ritorno economico. 

E così più di cento allevatori e agricoltori si prrestato a Persone che ora intendono portare avanti una vera e propria class action, sostenuta dai legali di Confagricoltura L’Aquila.

“Una somma assolutamente insufficiente per risarcire i danni causati dalla fauna selvatica” Commenta Vinicio Blasetti Presidente della sezione zootecnica di Confagricoltura L’Aquila “non siamo più disposti a tollerare questi abusi sui nostri terreni, verso i nostri allevamenti e sulla nostra attività. Ambientalisti da una parte e cacciatori dall’altra continuano a giocare e divertirsi alle spalle della nostra categoria.

Con l’azione legale, inoltre, intendiamo far rispettare la Legge 157 del 1992 che stabilisce il diritto per i proprietari ed i conduttori ad un rimborso di 10 euro ad ettaro per la servitù di mettere a disposizione dei cacciatori i fondi agricoli anche contro la volontà degli agricoltori”.

Gli agricoltori e gli allevatori sono stufi delle tante chiacchiere e delle modalità con le quali si affronta il problema del prelievo venatorio: da una parte il mondo ambientalista che alimenta la visione metropolitana della gestione della fauna selvatica, dall’altra i cacciatori che, esasperati dalle rigide norme sulla caccia utilizzano i terreni agricoli come se fossero propri anche a spregio delle coltivazioni in atto, nel mezzo i produttori agricoli che, non si capisce per quale motivo, debbono subire danni senza che qualcuno paghi.

“Confagricoltura L’Aquila ha detto basta e dichiara lotta dura al fenomeno – spiega il Presidente Fabrizio Lobene – vista l’immobilità della Regione a della Provincia e l’indisponibilità delle associazioni ambientaliste e venatorie a risolvere il problema ha organizzato un servizio con il legali, agronomi, veterinari per tutelare la propria esistenza imprenditoriale davanti ad un Giudice.

Il nostro auspicio è che l’Azione Legale sia intrapresa anche nelle altre province Abruzzesi per questo ci sentiamo in dovere di tutelare i nostri associati con ogni lecito mezzo”. Conclude Lobene.

 

LA REPLICA DELL'ASSESSORE REGIONALE MAURO FEBBO

 

''La Direzione Politiche Agricole conosce molto bene il problema che riguarda la proliferazione degli animali selvatici e soprattutto della crescente presenza di cinghiali anche in aree densamente popolate”.

 Così risponde l’assessore regionale alla Caccia Mauro Febbo alla preoccupazione degli agricoltori della Valle Peligna e della Marsica.

“Nello specifico mi preme sottolineare – spiega Mauro Febbo – che l’articolo 44 della Legge Regionale 10/2004 prevede che le Province sono autorizzate al controllo degli animali. Grazie a questa norma le amministrazioni provinciali, infatti, sono tenute a redigere veri e propri piani di abbattimento per il controllo selettivo della fauna selvatica”.

“In tal senso la stessa mia Direzione – continua l’assessore regionale alla caccia - si adopera costantemente per apportare interventi decisivi e risolutivi per combattere la presenza di cinghiali che nella nostra regione causa ingenti i danni alle colture”. “Voglio ricordare che l’amministrazione regionale a gennaio avvierà il nuovo Piano faunistico venatorio regionale, nel quale saranno definite tutte le azioni da intraprendere per una corretta gestione della specie.

Uno degli obiettivi principali del nuovo Piano faunistico sarà quello di puntare ad una gestione congiunta delle popolazioni dei cinghiali.

In questa ottica sarà attivato un Tavolo tecnico tra tutti i soggetti interessati alla gestione, (Regione, Province e Parchi), unitamente ai tecnici incaricati, - aggiunge Febbo - con il coinvolgimento delle varie Associazioni di categoria, in particolare quelle degli agricoltori, affinché si arrivi a soluzioni concrete che siano realmente condivise.

L’obiettivo è arrivare ad una riduzione sensibile dei danni causati alle colture agricole, compatibile naturalmente anche con la conservazione della specie”.

La Regione inoltre sta lavorando anche ad un regolamento per una corretta gestione delle popolazioni di ungulati (Cervo, Capriolo e Cinghiale, dalle Marche in su tutte le regioni hanno un regolamento appropriato).

Tale regolamento permetterà una corretta gestione delle specie ai fini di un equilibrato rapporto fra esse e le realtà agrosilvopastorali oltre che con la restante fauna selvatica.

L’Assessore Febbo ricorda inoltre che “sono diverse le iniziative prese dall’Assessorato dal momento del suo insediamento, finalizzate ad una corretta gestione tecnico-scientifica della caccia. Iniziative che precedentemente non erano mai state attivate.

Per quanto riguarda l’assegnazione dei fondi alle Province per il risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica, nella proposta di bilancio per l’anno 2014, cercheremo di coprire la spesa dovuta per il ristoro fino all’anno 2012.

Per gli anni futuri purtroppo non avendo fondi sufficienti in bilancio, in quanto dal 2013 la normativa regionale è cambiata, attraverso le prefetture solleciteremo le Province ad effettuare interventi di prevenzione mediante abbattimento dei cinghiali; una prima riunione è prevista per gennaio 2014.

L’assessore Febbo informa Confagricoltura che il rimborso ad ettaro per i proprietari dei terreni non è dovuto in quanto la L.R. 10/04 specifica chiaramente che i fondi non possono essere distribuiti a pioggia ma solo “per finanziamenti o il concorso nel finanziamento di progetti di valorizzazione del territorio predisposti dalla Provincia o dal comitato do gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia”.

 


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