Diga foranea porto Pescara, Sospiri (FI): "D'Alfonso rischia l'ennesimo progetto monco"

14 Dicembre 2015   13:39  

La gatta frettolosa fa i micini ciechi e ancora una volta il Governatore D’Alfonso rischia di partorire l’ennesimo progetto monco.

Dopo il pontile del cielo e lo stadio nuovo, bocciati dalla Sovrintendenza, anche il progetto per lo sfondamento della diga foranea rischia di naufragare perché non è possibile far partire la gara d’appalto prima di aver ottenuto la Valutazione d’impatto ambientale nazionale su un’iniziativa di tali proporzioni, che comunque produrrà degli effetti sotto il profilo ambientale e urbanistico.

Colpa del drammatico ritardo con cui il Governatore ha affrontato la vicenda, ovvero solo dopo che lo scorso 13 novembre Forza Italia ha lanciato l’allarme vedendo la paralisi amministrativa del Pd e il rischio di perdere i finanziamenti, 3 milioni e mezzo di euro, rischio tutt’altro che superato visto che quei fondi Fas devono essere impegnati entro il 31 dicembre con l’affidamento delle opere”.

A dirlo è il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri dopo l’annuncio inerente la pubblicazione, il prossimo 21 dicembre, del bando di gara per l’apertura della diga foranea.

“Il Pd riesce a demolire tutto ciò che tocca, anche il progetto di apertura della diga – ha osservato il Capogruppo Sospiri -: nel dicembre 2014 il Presidente D’Alfonso con la delibera numero 244 ha rimodulato i fondi Fas, la stessa delibera con cui ha stabilito di dare 1 milione di euro per il ponte del cielo, 1milione e mezzo per i Giochi del Mediterraneo, ha finanziato il rifacimento del sagrato della chiesa di San Giovanni Teatino, la Badia di Celestino V, e ha destinato 6 milioni di euro per le portualità di Pescara e Francavilla al Mare.

Il 20 gennaio 2015, nel corso della seduta del Consiglio regionale, ho chiesto al Governatore come sarebbero stati divisi i soldi tra Pescara e Francavilla al Mare, e cosa avremmo fatto su Pescara.

Il Presidente mi ha risposto che a Pescara andavano 3milioni e mezzo di euro destinati all’apertura della diga foranea e alla realizzazione della nuova banchina con una nuova vasca di colmata, che avrebbe anche consentito di dragare migliaia di metri cubi di sabbia dai fondali.

Nel corso degli 11 mesi appena trascorsi abbiamo spesso dibattuto su a che punto fosse il nuovo Piano regolatore portuale.

Lo scorso novembre abbiamo lanciato l’allarme, ovvero il nuovo Piano regolatore portuale non è mai arrivato, e abbiamo avanzato il forte timore che i fondi Fas, che dovevano tradursi in obbligazioni giuridicamente vincolanti entro il 31 dicembre 2015, rischiavano di essere persi, a meno che qualcuno non avesse progettato l’opera di apertura della diga foranea senza renderla pubblica.

Parliamo del progetto di apertura verso nord di 70 metri della diga foranea, che ha una base grande quanto un campo di calcio, e l’intervento prevedeva che, fatta l’apertura, si prendeva il materiale demolito e ci si costruiva una nuova barriera frangiflutti, lato Madonnina, per limitare l’azione delle correnti.

In più sappiamo che il Ministero ha appaltato una ulteriore barriera soffolta a nord che dovrà impedire alla sabbia di entrare nel bacino.

Tuttavia tutta l’opera, meritoria, è oggi incompatibile con il vecchio Piano regolatore portuale ancora vigente, non essendoci il nuovo; ma soprattutto sappiamo che un simile cantiere va sottoposto alla Via, la Valutazione d’incidenza ambientale, che richiede almeno 45 giorni di tempo, a meno che non intervenga un decreto del Consiglio dei Ministri a tagliare i termini; ma sicuramente, visto l’importo dei lavori, è necessario un bando di gara europeo, che richiede almeno 60 giorni di pubblicazione sul Bura.

Oggi – ha sottolineato il Capogruppo Sospiri – apprendiamo che il progetto c’era, ma solo dopo l’allarme lanciato dal sottoscritto è stato iscritto all’esame della Commissione di Via, che ovviamente non ha concluso i 45 giorni dell’esame. Ma senza aspettare i termini, Comune e Regione hanno annunciato la pubblicazione del bando di gara per cantierare il progetto esecutivo per il prossimo 21 dicembre, quindi senza attendere, come impone la legge, l’esito della Via.

E questo non è normativamente possibile perché la Commissione di Via potrebbe impartire delle prescrizioni e delle modifiche, quindi una riprogettazione, seppur parziale, dell’intervento, imponendo, dunque, uno stop alla gara stessa.

Non solo: visto l’importo dei lavori, è evidente che si dovrà procedere a una gara d’appalto europea, con scadenza dei termini a fine febbraio 2016, ben oltre dunque quel 31 dicembre imposto per vincolare i 3milioni e mezzo di euro con obbligazioni giuridicamente vincolanti, ossia per la firma dei contratti.

Ancora una volta – ha commentato ancora il Capogruppo Sospiri – è evidente che oggi il Governatore ha fretta, ma quella fretta rischia di costare caro a Pescara che potrebbe veder perso anche questo treno, con a bordo i suoi 3milioni e mezzo di euro, e la responsabilità sarà di un Presidente di Regione, D’Alfonso, e di un sindaco, Alessandrini, incapaci anche di gestire una semplice agenda delle priorità di governo”.


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