Diritto all'Oblio: Ecco come cancellare i propri dati da Google, anche se Google non vuole

01 Ottobre 2014   09:42  

Il Diritto all'Oblio sta tenendo banco tra le discussioni sul diritto alla privacy e internet.

L'Unione Europea ha stabilito il diritto dell'individuo a veder cancellati i propri dati online dai motori di ricerca e in questo ambito Google la fa da padrone.

Google dal canto suo ha, non dopo poche rimostranze ufficiali, attivato una pagina da dove fare richiesta di rimozione.

Una domanda che sarà vagliata dai dipendenti del motore di ricerca e dopo valutazione accettata o respinta.

In pratica si lascia decidere ad una società privata che fa dell'indicizzazione il suo massimo business quali sono le circostanze in cui si può tenere o si dovrà togliere una notizia, dei dati personali, foto o video.

Così le Autorità Ue Garanti della privacy hanno deciso di elaborare criteri comuni per gestire i ricorsi e i reclami presentati da utenti che si sono visti opporre un rifiuto da Mountain View.

Lo rende noto il Garante per la protezione dei dati personali nella sua newsletter, nella quale si precisa che la decisione è stata presa dai Garanti Ue nella riunione che si è tenuta il 16 e 17 settembre a Bruxelles. In questo modo, sottolinea il Garante, «è stato compiuto, dunque, un primo passo in vista di un'armonizzazione dei criteri, procedurali e sostanziali, per gestire i casi in cui il motore di ricerca respinge una richiesta di deindicizzazione.

A Bruxelles le Autorità hanno ribadito che tutti i motori di ricerca devono adempiere agli obblighi derivanti dalla sentenza della Corte europea e hanno sottolineato di aver ricevuto negli ultimi mesi un buon numero di ricorsi a seguito del diniego opposto da Google». Segno questo, a giudizio del Gruppo, che la questione dell' «oblio» e dei meccanismi per garantirlo è un'esigenza largamente sentita e condivisa da parte dei cittadini europei.

Le Autorità, prosegue il Garante, hanno concordato di costituire una rete di «punti di contatto» per scambiare rapidamente informazioni, e creare una tool box (una «scatola degli attrezzi») di criteri comuni per garantire un approccio coordinato nella gestione dei ricorsi e reclami presentati da utenti non soddisfatti della risposta fornita dai motori di ricerca. A questo scopo, le Autorità hanno creato un database condiviso delle decisioni assunte man mano su questi ricorsi e reclami, ed hanno messo a punto uno schema di analisi di tali decisioni, in cui sono evidenziate le analogie o le differenze nelle valutazioni volta per volta effettuate, soprattutto rispetto a casi particolarmente complessi o caratterizzati da elementi di novità.

Hanno inoltre avviato incontri sia con rappresentanti dei motori di ricerca sia con rappresentanti degli editori e dei media online per seguire da vicino la delicata fase di attuazione della sentenza.

Resta intatto, ovviamente, il diritto degli editori di lasciare ogni contenuto di cronaca all'interno dei propri archivi digitali, anche se non indicizzati.


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