"Dirty Job", fatturazioni false ed assunzioni fittizie per oltre 255mila euro tra Gizzi e Di Tella

All'esame movimenti di denaro tra la "Domus" e la "Gestec"

30 Giugno 2014   11:36  

Emergono ulteriori dettagli per quanto concerne l'inchiesta "Dirty Job", che la Procura dell'Aquila sta conducendo in merito al presunto sfruttamento degli operai impiegati in alcuni cantieri edili impegnati nella ricostruzione da parte di personaggi sospettati di essere in rapporti con clan camorristici.

L'inchiesta, condotta dal gip Marco Billi, ha portato nei giorni scorsi all'arresto in via cautelare di sette imprenditori (quattro in carcere e tre ai domiciliari), tra cui l'ex amministratore unico (uscito dalla società dopo lo scoppio dell'inchiesta) dell'Aquila Calcio Elio Gizzi, ma ora stanno venendo fuori nuovi retroscena e spunti di indagine.

Nello specifico, sembra siano oggetto di controlli particolarmente accuraticome riporta oggi il Centro, i movimenti di denaro tra la "Domus" di Gizzi la "Gestec" degli imprenditori campani Di Tella, società di servizi atta a gestire i cantieri in città, e che secondo la Procura sarebbe servita da una parte a mantenere un controllo costante sugli operai casertani impegnati nella ricostruzione e, dall'altra, a far transitare il denaro che le ditte aquilane avrebbero dovuto versare per l'ulilizzo della manodopera da essi reclutata.

Le indagini avrebbero altresì accertato come le ditte avrebbero fatto confluire denaro nelle casse della Gestec tramite una presunta serie di false fatturazioni, insieme a presunte estorsioni ai danni del personale operaio. L'azienda campana (secondo gli investigatori, costituita allo scopo di non far emergere la presenza dei Di Tella negli appalti), dal canto proprio, avrebbe giustificato tali somme di denaro con l'assunzione fittizia di operai.

Le assunzioni, tra l'altro, avrebbero riguardato soggetti totalmente estranei al campo dell'edilizia, e la stessa Gestec, secondo quanto appurato nelle intercettazioni, "avrebbe dotuto assicurare solo la gestione tecnica di cantiere ma non avrebbe dovuto porre in essere contratti di subappalto e assumere operai". In altre parole, scrive il Centro, la società sarebbe stata priva di personale effettivo, e non avrebbe quindi potuto svolgere i lavori (dunque nei fatti inesistenti) indicati nelle fatture, che complessivamente ammonterebbero a circa 255.000 euro.


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pubblicato il 30/06/2014 12:44

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