Doping al 100 Giro d'Italia, allontanati due corridori, sono risultati non negativi ai controlli

05 Maggio 2017   09:07  

L'ombra del doping si allunga fino ad Alghero, eliminando dal centesimo Giro d'Italia alla vigilia della partenza due corridori italiani, Stefano Pirazzi e Nicola Ruffoni, del team Bardiani-Csf, wild card al Giro in quanto vincitore della Coppa Italia. Uno choc inatteso dopo una giornata di festa per i preparativi dell'edizione del centenario che scatterà domattina nel ricordo di Michele Scarponi.

La tegola è arrivata in serata, quando l'Unione ciclistica internazionale ha informato gli interessati di essere risultati non negativi in controlli antidoping a sorpresa e fuori competizione effettuati tra il 25 ed il 26 aprile.

Automatica e immediata la sospensione dei due corridori, in attesa delle controanalisi che dovranno confermare o meno la presenza della sostanza proibita (Ghrps, peptidi rilascianti l'ormone della crescita). In caso positivo la Bardiani ha già annunciato il loro immediato licenziamento. Il bresciano Ruffoni, 27 anni e professionista dal 2011 - vincitore di due tappe al recente Giro di Croazia - e Pirazzi, originario di Fiuggi, 30 anni, professionista dal 2010 e vincitore di una tappa al Giro del 2014, hanno dovuto lasciare la squadra, che partirà domani con solo sette componenti, tutti italiani.

"Qualora le controanalisi confermassero la positività degli atleti, la società sportiva procederà al loro immediato licenziamento - informa la Bardiani - come previsto dal proprio regolamento interno, già sottoscritto da tutti i corridori del team, riservandosi la possibilità di ulteriori azioni al fine di tutelare la propria immagine e quella dei propri sponsor". "Siamo assolutamente scioccati dalla notizia.

Attendiamo i risultati degli accertamenti e ribadiamo con assoluta fermezza l'intenzione di salvaguardare i valori che il nostro progetto sportivo ha portato avanti in questi anni", hanno dichiarato i manager del team con base in Emilia Romagna, Bruno e Roberto Reverberi.

Anche la squadra è a rischio, perché le norme antidoping dell'Uci prevedono che con due atleti positivi in meno di 12 mesi la Commissione disciplinare può infliggere una sospensione da 15 a 45 giorni.
   


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