Dopo 23 anni confessa l'omicidio della moglie, reato prescritto. L'omicida: "Sia lodato Gesù Cristo"

Teresa Bottega scomparve al'età di 34 anni, mai ritrovata

07 Novembre 2013   18:36  

Non doversi procedere per intervenuta prescrizione.

E' quanto stabilito dal gup del Tribunale di Pescara Gianluca Sarandrea a carico di Giulio Cesare Morrone, che nel 1990 avrebbe ucciso la moglie, Teresa Bottega, nel pescarese, al culmine di una delle tante liti che segnavano il loro rapporto.

Il pm, Valentina D'Agostino, aveva chiesto stamani 16 anni di reclusione nel corso del processo con rito abbreviato.

La colpevolezza di Morrone, e' emersa solo nei mesi scorsi quando un testimone indiretto del fatto si e' rivolto alla squadra mobile di Pescara e ha raccontato di aver saputo dell'omicidio da un prete, che a sua volta era stato informato direttamente dall'uxoricida.

Gli investigatori hanno riaperto il caso, che era stato archiviato come scomparsa volontaria, e nel corso di una confessione Morrone ha ammesso di essere l'assassino. L'omicidio sarebbe avvenuto al culmine di una lite, poi Morrone si sarebbe disfatto del corpo gettandolo in un canale nel ferrarese.

Quando e' scomparsa Teresa Bottega aveva 35 anni, il marito 34.

Il corpo della donna non e' stato mai trovato. Il difensore di Morrone, l'avvocato Mirco D'Alicandro, ha detto che il giudice ha ritenuto che il reato e' prescritto "perche' non ha rinvenuto l'aggravante dei futili motivi cosi' come era stata contestata dal pubblico ministero. Questo ha comportato la valutazione dei fatti in maniera differente e quindi la prescrizione del reato. Se fosse stata riconosciuta l'aggravante dei futili motivi, un'aggravante ad effetto speciale, il reato sarebbe divenuto imprescrittibile".

Morrone non ha rilasciato dichiarazioni ai cronisti si e' solo limitato a dire "sia lodato Gesu' Cristo".

Erano presenti anche le sorelle e il fratello della vittima e la sorella di Morrone.

"Si e' solo liberato. Ha studiato tutti i particolari, sapeva che sarebbe andato in prescrizione. E' un omicidio impunito".

E' la reazione di una della sorelle di Teresa Bottega, presente alla lettura della decisione del giudice. Fuori dall'aula del gup c'era anche la sorella di Giulio Cesare Morrone: "non ci sono - ha detto - ne' vincitori, ne' vinti".

"Ha vinto il fratello - hanno replicato i parenti della vittima alla sorella di Morrone - perche' e' libero, si e' goduto la vita".

"Ha studiato tutto nei minimi particolari - ha ribadito tra le lacrime la sorella di Teresa - adesso dice di essere un benedettino: lui e' un diavolo. Ha fatto uscire fuori questa verita' quando sapeva che sarebbe intervenuta la prescrizione, cosi' si e' liberato di questo peso. Adesso sta tranquillo".


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