Dossier Progetto CASE, dopo i soldi volano gli stracci

05 Novembre 2013   15:40  

E dopo il dossier illustrato ieri dall eurodeputato Søren Søndergaard sugli sperperi di denaro pubblico europeo per realizzare il progetto CASE, si apre un aspro dibatito.

Per il presidente ed ex-commissario alla ricosruzione Gianni Chiodi il progetto CASE e suoi costi vanno contestualizzati nell'emergenza del tutto inedita che si è dovuta affrontare nel post-terremoto aquilano, e per lui comunque, come dichiarato al Tg3 regionale il progetto CASE è stato un esempio di grande efficienza.

Appello per L'Aquila parla invece ferita per il nostro territorio difficilmente rimarginabile ed attacca anche la senatrice Stefania Pezzopane.

''La relazione dell’eurodeputato Søndergaard - si legge in una nota -  conferma purtroppo scelte sbagliate e sperpero di denaro che ci sono note non da oggi ma che denunciammo fin da maggio 2009 quando l’amministrazione avallava e localizzava con proprie scelte i 19 insediamenti arrivando a dichiarare che “serviranno a riqualificare le frazioni.

Una ferita per il nostro territorio difficilmente rimarginabile.

Le nostre richieste di trasparenza alla Protezione civile, non solo sulle Case ma anche sui bagni chimici e le altre spese, avvennero prima che scaturissero le inchieste giudiziarie perché chi voleva vedere poteva tranquillamente capire cosa stesse succedendo.

Appaiano per questo insopportabili le ipocrisie dei membri della Giunta e della senatrice Pezzopane che oggi si scagliano contro quelle scelte che furono anche le loro.

In quei giorni difficili e cruciali per il nostro futuro si pensò invece a premiare Guido Bertolaso e ad esprimergli solidarietà quando coinvolto dalle inchieste. Questa è la verità.

Quante altre prove serviranno per capire che quella fase di emergenza, cosi come l’organizzazione del G8, furono azioni pensate dal Governo Berlusconi per coprire lo scandalo della Maddalena e continuare a rapinare risorse pubbliche? Risorse preziose che oggi mancano e che si rischia anche la beffa di dover restituire per alloggi che mostrano giornalmente tutte le proprie fragilità strutturali.

Mesi fa fummo contrari alla delibera per l’acquisizione del progetto Case al patrimonio del Comune dell’Aquila.

Tentammo di convincere la maggioranza con elementi di buon senso: consideravamo rischiosa quell’acquisizione in quel momento, in assenza di assicurazioni sul pagamento degli espropri dei terreni e soprattutto di stime sui costi di gestione. Incredibilmente nessuno aveva pensato a quel fattore determinate.

Inoltre la presenza di inchieste giudiziarie e del Parlamento europeo, che già stava da tempo indagando, consigliavano ulteriore prudenza. Non si vollero sentire ragioni e ora i nodi vengono al pettine. E purtroppo sono solo i primi.

Infatti oggi ci battiamo per far in modo che si retroceda dalla scelta scellerata per la manutenzione delle Case che a lungo andare può portare al dissesto l’intero Comune.

Costituire una nuova società per la gestione è una follia acclarata per i costi annuali che comporta.

Siamo riusciti a bloccare il conteggio effettuato che prevedeva spese per 9 milioni di euro l’anno ottenendo una riformulazione dei costi che dovrà essere approvata nuovamente in Consiglio comunale. Li stiamo seguendo voce per voce, euro per euro.

Già il bando per la scelta dell’advisor, ovvero di chi dovrà rifare quei conti, poco ci convince perché ci sembra preconfezionato.

Il nostro invito all’amministrazione, determinato ma fuor di polemica politica, è ripensare le modalità di gestione del progetto Case per trovare soluzioni molto meno costose e che permettano alle nostre aziende e artigiani, magari tramite forme di aggregazione, di poter lavorare alle manutenzioni.

Si può fare, si deve fare, altrimenti non ci sarà lavoro per le nostre imprese e i costi insostenibili di scelte sbagliate ricadranno su tutti noi per anni a cominciare da domani.''

Il segretario generale di Apindustria Luciano Mari Fiamma invece critica apertamente sia l'europarlamentae che il contenuto del dossier, considerato ad orlogeria e oltremodo superficiale.

''Partendo dall'assunto che chiunque ha diritto ad essere stupido bisogna però ribadire che nessuno dovrebbe approfittare di questo. Ciononostante l'approssimativa, visionaria, parziale e incocludente relazione che il fantomatico Eurodeputato Sondergaard ha trovato anche in Città parecchi consensi e casse di risonanza.

Il politico, che dice di essere venuto a più riprese ma che nessuno degli attori politici, economici ed istituzionali ha mai incontrato, entra in temi delicati ed ancora oggi oggetto di accese battaglie di rivendicazione da parte di questo territorio nei confronti delle Autorità nazionali ed europee compromettendone l'efficacia.

L'intervento sembra proprio essere uno di quelli cosiddetti "ad orologeria" e giunge nel momento in cui sia con Bruxelles che con il Governo si stanno affrontando problematiche quali un adeguato reperimento dei fondi per i centri storici, la spada di damocle della restituzione delle tasse e le pressioni dell'Unione Europea per l'ennesima procedura d'infrazione dell'Italia sulle calamità naturali.

E' indubitabile che ci siano parti di verità sparse nel testo proposto e situazioni che meriteranno approfondimenti ma queste particolarità non possono essere prese come spunto per una teoria così radicale senza sobbarcarsi l'onere della prova.

A questo punto sarebbe auspicabile che la Regione Abruzzo, la Provincia dell'Aquila, i Comuni dell'area cratere ed i poltici eletti in questo territorio si esprimessero con forza chiedendo agli stessi organi d'informazione nazionali, da tempo spariti nell'affrontare le problematiche del post-sisma, di farsi carico anche dell'informativa contraria alle asserzioni di Sondergaard che hanno diffuso con tanta generosità.

La tanto richiesta "verità" assoluta sul terremoto del 2009 è ancora in là dal potersi palesare ma sul campo restano ancora problemi giganteschi per la ripresa dci questo territorio e sarebbe proprio il caso che questa, una volta tanto, si dimostrasse una Regione coesa, una Provincia compatta ed un insieme di cittadini uniti nella solidarietà e non pronti a lanciare sassi non appena sistemati i propri tornaconti personali.''

Carlo Costantini, consigliere regionale Mov139 rivedica il copyrigth sulle denunce dei costi esorbitanti del progetto CASE.

"La conferenza stampa di ieri, con la quale e' stato presentato il dossier dell'Unione europea sembra la fotocopia di una mia conferenza stampa del maggio 2010, relativa allo scandalo del Progetto C.A.S.E.".sull'utilizzo dei fondi europei, citato in un articolo di Repubblica, nel quale si denunciano i costi esorbitanti, la scarsa qualita' degli edifici, i legami del crimine organizzato con le imprese appaltatrici.

Costantini prosegue: "E' esattamente quello che denunciavo quasi quattro anni fa (l'intervento che ha generato l'aggressione giudiziaria nei miei confronti e' del febbraio 2010). Quattro anni passati a difendermi da denunce penali e da una richiesta civile di danni di 2 milioni di euro, nell'impossibilita' di disporre dei documenti che provavano il fondamento delle mie denunce, ottenuti solo dopo un'ulteriore causa al Tar.

Oggi posso dire di aver vinto su tutta la linea". "I procedimenti penali avviati a mio carico -spiega il consigliere regionale - dopo le denunce per diffamazione, sono stati archiviati, nonostante le opposizioni dei 'denuncianti' ed anche la causa civile si e' conclusa dinanzi al Tribunale di Pavia con il rigetto della domanda con la quale avevano chiesto la mia condanna al risarcimento di 2 milioni di euro di danni.

Tutti - anche i politici aquilani del Pd che per anni hanno fatto gli struzzi, lasciandomi completamente solo - oggi devono riconoscere che quando ho denunciato il Progetto C.a.s.e. come il piu' grande sperpero di denaro pubblico degli ultimi anni non stavo diffamando nessuno.

Stavo semplicemente dicendo la verita' - rimarca Costantini- cercando disperatamente di fare in modo che quei soldi finissero nell'economia sana aquilana e non nei conti della criminalita' organizzata, che in quei cantieri ha avuto l'accesso che ai cittadini ed ai giornalisti era impedito dalle camionette dell'esercito.

Prima, grazie alle norme che consentono ancora oggi di firmare i contratti di appalto in attesa di certificati antimafia che spesso, proprio per questo, arrivano quando gli appalti sono finiti. Poi, grazie alla sanatoria di centinaia di subappalti illegali, ottenuta con una semplice ordinanza di protezione civile.

Oggi ho il rammarico che tutto questo impegno, tutti questi sacrifici, anche di ordine personale ed economico, non sono serviti a niente - conclude- . Ma so di aver fatto fino in fondo il mio dovere, mentre non sono certo che tutti gli altri, inclusi quelli che oggi si disimpegnano in interrogazioni parlamentari, possano affermare lo stesso".

Per nulla stupito si dice infine Goffredo Juchich, segretario Prc L'Aquila circolo Casamobile.

''Il dossier presentato in questi giorni dall'europarlamentare danese della Sinistra Europea Soren Sondergaard sui costi enormi e sulle procedure poco trasparenti nell'assegnazione degli appalti per la ricostruzione della prima fase del post terremoto non ci sorprende.

Nelle pagine del dossier Sondergaard si trovano tutte le denunce che noi, insieme a pochi altri, fecemmo nei drammatici giorni in cui veniva stravolto, probabilmente per sempre, l'assetto sociale e urbanistico della città dell'Aquila.

L'esautorazione totale delle amministrazioni locali, la gestione militare della popolazione e delle scelte che la riguardavano permise lo spreco di risorse, che nella prima emergenza furono cospicue, e aprì la porta alle infiltrazioni di cui oggi si comincia a parlare.

Tutto non avvenne per caso ma fu frutto di una precisa volontà politica del governo Berlusconi e degli allora vertici della Protezione Civile, nel silenzio della Regione Abruzzo.

La città, seppure in alcuni settori tentò di opporsi, subì le scelte calate dall'alto.

Oggi abbiamo un disperato bisogno di reperire le risorse per ricostruire la città e il cratere sismico quindi crediamo che sia necessario unire le forze politiche e sociali per chiedere al governo Letta i fondi necessari per far partire i cantieri.

L' Europa dei banchieri, su forte sollecitazione dell'Italia, dovrebbe consentire lo sforamento di appena lo 0,3% sul nostro debito pubblico nazionale per togliere ogni ulteriore alibi a chi sta derubricando lo stanziamento dei soldi a questione marginale nelle scelte del Paese.

La popolazione è stanca e sfiduciata ma sta alle forze politiche, agli amministratori e alle parti sociali mobilitarsi per uscire dal cono d'ombra nel quale la vicenda aquilana sembra essere caduta. Rifondazione Comunista è pronta come sempre a fare la sua parte.''

 

 


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