Dragaggio, Febbo al Wwf: "Non comprese le finalità e il contenuto del provvedimento regionale"

28 Giugno 2013   17:13  

In relazione a una serie di osservazioni mosse dalla sezione di Pescara del WWF concernenti il rilascio di autorizzazioni regionali per l'immersione in mare di materiale derivante da attività di escavo di fondali marini, Regione Flash riporta alcune dichiarazioni dell'assessore Mauro Febbo.

Le critiche del WWF, in particolare sono rivolte alla delibera della Giunta regionale n. 218 del 2013, con cui la Regione ha inteso ripartire tra le direzioni regionali le tematiche riguardanti l'ambiente marino, così come impone di decreto legislativo n. 152/2006.

"Ho letto con attenzione le osservazioni critiche mosse alla nostra deliberazione, ma ritengo che non siano state colte appieno né la finalità né il contenuto prescrittivo del provvedimento regionale".

Febbo spiega, infatti, che la delibera riveste natura di atto organizzativo funzionale alla attribuzione alle diverse Direzioni regionali, secondo le caratteristiche di ciascuna di esse, di competenze afferenti il mare: "attribuzione resasi necessaria all'indomani dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 5/2012 n. 5 (convertito nella L. n. 35/2012) con il quale è stata trasferita alle Regioni la competenza per l'istruttoria ed il rilascio dell'autorizzazione alla immersione in mare di materiale derivante da attività di escavo di fondali marini o salmastri o di terreni litoranei emersi, fatta eccezione per gli interventi ricadenti in aree protette nazionali".

Secondo l'assessore regionale, quindi, i rilievi mossi dal WWF appaiono "pretestuosi e viziati da un travisamento dei fatti, posto che la deliberazione in oggetto non consente affatto di procedere all'immersione deliberata in mare dei materiali di dragaggio previa semplice comunicazione all'Autorità competente per interventi che non superino i 25 mila metri cubi (secondo quanto afferma il WWF – NDR), ma assoggetta a tale regime esclusivamente la movimentazione di materiali in ambiente marino, intendendosi per tali proprio gli interventi di spostamento di sedimenti che si realizzano in ambiente sommerso".

Febbo: "Del resto la deliberazione della Giunta non può che prefigurare una disciplina degli spostamenti di sedimenti in ambiente sommerso ad esso conforme, mentre in relazione a quelli che prevedono l'immersione, cioè, l'affondamento di materiali sott'acqua, non può che richiamarsi l'inderogabile osservanza delle convenzioni internazionali citate nella nota del WWF".

Febbo precisa che gli stessi limiti quantitativi di 25 mila metri cubi fissati dalla deliberazione quale soglia limite al di sotto della quale la movimentazione dei materiali in ambiente sommerso è soggetta a sola comunicazione all'autorità competente, non costituiscono il frutto di arbitrarie determinazioni, ma rimandano ai limiti quantitativi indicati nel Manuale per la movimentazione dei sedimenti marini.

"Alla luce delle ragioni esposte la Regione non poteva che recepire anche i vincoli e gli obblighi di monitoraggio e di destinazione prescritti dal Manuale, la cui osservanza qualifica l'attività come ambientalmente compatibile”.

"Mi preme infine sottolineare" conclude l'assessore regionale "che è proprio grazie all'assunzione di responsabilità da parte della Giunta e delle diverse direzioni regionali, che si sono potuti eseguire, e si possono eseguire, i lavori di dragaggio del Porto di Pescara".


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