Duplice omicidio all'Aquila, tragedia annunciata, l'uomo da tempo parlava di un "folle gesto"

Aveva sistemato anche la sua azienda

18 Gennaio 2013   07:57  

Il duplice omicidio avvenuto ieri all'Aquila aveva un chiaro movente passionale.

Un matrimonio finito e quattro figli che avevano deciso di stare tutti con la madre.

Non si è trattato di un raptus omicida, ma di una esecuzione in piena regola, quella di una persona che più e più volte aveva parlato a tanti di voler compiere un "folle gesto" contro colei che prima l'aveva lasciato e poi aveva "tenuto con se" tutti i figli.

In realtà Burhan Kapplan, albanese di 49 anni, a detta di tutti era un gran lavoratore, con un'azienda ben posizionata che non sentiva le ripercussioni della crisi, da poco aveva vinto anche una grossa gara d'appalto per il Comune dell'Aquila.

Lui aveva già "sistemato" l'azienda, cedendo il controllo formale della stessa ad un nipote, a questo punto si ipotizza per non "mettere in mezzo ad una strada" i tanti dipendenti ed assicurare la prosecuzione dell'attività lavorativa senza troppi "scossoni".

Le cose sono però più complesse di come possa sembrare e il reale cruccio dell'omicida era quel matrimonio finito ed i figli, la maggiore di 17 anni, che "gli avevano voltato le spalle".

Girano voci, delle quali non si hanno conferme, delle motivazioni che hanno spinto la donna a separarsi e a riniziare una nuova vita con un altro uomo.

Kapplan non sarebbe stato da marito e padre in gamba come da lavoratore, ma in paese alcuni lo difendono condannando in modo più o meno diretto la moglie che "se ne andava in giro a spendere i suoi soldi con quell'altro".


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