Elezioni regionali, Chiodi fa ricorso per presunta illegittimità. La discussione l'8 ottobre

Invocata anche incostituzionalità della legge elettorale

16 Luglio 2014   10:16  

Ad ormai quasi due mesi dalle elezioni regionali, non si placano affatto le polemiche e le contestazioni circa il voto che ha determinato la vittoria del candidato di centrosinistra Luciano D'Alfonso.

Il suo predecessore Gianni Chiodi, insieme all'ex presidente del consiglio regionale Nazario Pagano e gli ex consiglieri di maggioranza Nicoletta Verì, Alessandra Petri e Carlo Masci, ha infatti presentato una querela per falso, in cui si contesta l'illegittimità dell'ammissione delle candidature di D'Alfonso e delle liste collegate, in quanto i nomi dei candidati sarebbero stati trascritti successivamente alle firme degli elettori presentatori.

I denuncianti hanno inoltre rilevato un difetto di compatibilità cronologica, dal momento che tutti i collegamenti recavano la data del 24 o 25 aprile 2014, mentre le firme sarebbero state apposte prima della dichiarazione di apparentamento.

Mancherebbero inoltre, sempre secondo Chiodi e gli altri ex membri di maggioranza, dichiarazioni di collegamento convergenti tra il neo governatore e le liste che lo hanno appoggiato, e le firme dei presentatori nella lita del Psi, oltre che vizi di nullità di varia natura per lle liste Italia dei Valori di Chieti, Centro democratico per la lista di Teramo, Abruzzo Civico e Valore Abruzzo.

Nel ricorso, che verrà discusso dal Tar dell'Aquila il prossimo 8 ottobre, i denuncianti hanno altresì inteso portare l'attenzione sulla legge elettorale regionale attualmente in vigore, ritenuta dai medesimi di difficile interpretazione e di dubbia costituzionalità, in particolare per una presunta "idiosincrasia costituzionale" tra la legge regionale e la legge nazionale nel sistema di assegnazione dei seggi. Per inciso, va detto che tale legge un anno fa era stata da essi stessi votata ed approvata.


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