Emma Marrone: "davanti a una vita che nasce bisogna deporre ogni rancore”

"I drammi veri della vita sono altri"

07 Novembre 2012   11:17  

Emma Marrone, intervistata in esclusiva dal settimanale Chi di Alfonso Signorini, fa un bilancio di questo ultimo anno della sua vita, definendolo di grandi soddisfazioni professionali ma anche di grandi possibilità… Oggi finalmente sono serena”.

A proposito della gravidanza di Belen e dalla futura paternità di Stefano, Emma afferma:

Quando è arrivata Belen, con Stefano De Martino eravamo ancora insieme, ma nonostante tutto quello che è successo non posso non augurare a tutti e due il meglio. In un momento come questo, davanti a una vita che nasce bisogna deporre ogni rancore. [...] La rottura con Stefano è stata dolorosa più che altro per il risvolto mediatico che ha avuto. Ma i drammi veri della vita sono altri. Sono una persona fin troppo buona. Ho un cervello e un cuore: nonostante tutto quello che è successo, non posso non augurare a tutti e due il meglio. In un momento come questo, davanti a una vita che nasce bisogna deporre ogni rancore.

La separazione da Stefano, racconta Emma,

È stata dolorosa più che altro per il risvolto mediatico che ha avuto. Ma i drammi veri della vita sono altri.

 

Emma Marrone, però, oltre alla separazione dal ballerino De Martino, ha affrontato un’altra esperienza dolorosa, che l'ha fatta diventare ancora più forte.

Ha vinto la battaglia conto il tumore al collo dell’utero per il quale è stata operata con successo nel 2011.

Riguardo all'argomento ha detto:

Ho trovato dentro di me una forza incredibile. Ricordo che non ho versato una lacrima. Mi avevano dato due mesi di vita, se l’intervento non avesse funzionato. Ricordo che qualche ora prima di essere operata, senza dire niente ai miei genitori, ho firmato io le carte per la donazione dei miei organi, nel caso non ce l’avessi fatta. Il giorno dopo l’intervento ero già un’altra. Sentivo di avere vinto io. Mi sono alzata dal letto e mi sono tolta da sola il catetere, contro il volere dei medici. Sapevo di essere guarita. Sono crollata solo uscendo all’aria aperta dall’ospedale con la mia stampella. Però sono uscita da vincitrice: loro mi volevano mettere su una sedia a rotelle.


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