Esplode in Italia in numero dei precari con finta partita Iva

19 Febbraio 2013   16:31  

Sempre più precari italiani sono costretti, davanti al diniego di un contratto, e in un mercato del lavoro sempre più in crisi e selvaggio, ad aprire partite Iva in massima parte non per fare effettivamente gli imprenditori, ma per non essere licenziati e per lavorare come dipendenti subordinati, ma senza diritti nè tutele. E uno dei devastanti effetti della Legge 30 e che a cui la Riforma Fornero ha solo in parte posto rimedio.

A seguire i numeri contenuti in un'agenzia Agi: 

''Nel 2012 sono state circa 549mila le nuove aperture, il 2,2% in piu' rispetto al 2011 e oltre la meta' fanno capo a giovani fino a 35 anni. Gli aumenti maggiori si registrano nella scuola, nei trasporti e nella sanita'.

E' la fotografia scattata dall'Osservatorio sulle partite Iva del Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia.

A fare la parte del leone sono le persone fisiche, l'unica categoria con segno positivo (+6%) rispetto all'anno precedente.

Calo diffuso invece per le societa' di capitali che diminuiscono di circa il 6% mentre le societa' di persone accusano una flessione del 10% Il 51,2% delle aperture e' dovuto a giovani fino a 35 anni e circa un terzo alla classe 36-50 anni.

La ripartizione per sesso e' sostanzialmente stabile, con i maschi cui appartiene il 64,3% di aperture.

Rispetto al 2011, tutte le classi mostrano aumenti di aperture, a iniziare dalla piu' giovane (+8,1%). Lo scorso anno 146.804 soggetti che hanno aperto partita Iva (circa il 27% del totale) hanno aderito al nuovo regime di vantaggio riservato ai contribuenti di piccole dimensioni che intendono iniziare un'attivita' d'impresa o di lavoro autonomo.

Il 45,3% delle adesioni si e' registrato al Nord, il 24,2% al Centro, il 30,5% al Sud e Isole. Un terzo di esse riguarda il settore professionale, seguito, a lunga distanza, dal commercio.

Il 70% di tali adesioni e' dovuto a giovani al di sotto dei 35 anni. Il nuovo regime, introdotto dalla manovra correttiva del 2011 (dl 98/2011), a partire dal 1 gennaio 2012, sostituisce quello dei contribuenti minimi: l'aliquota dell'imposta sostitutiva dovuta (in luogo di Irpef e Iva) si riduce dal 20% al 5%

A livello territoriale, il 42,5% delle nuove aperture di partite Iva e' avvenuto al Nord, il 22,7% al Centro e il 34,7% al Sud e Isole; il confronto con il 2011 mostra una maggiore vitalita' al Centro-Sud, ove solo Calabria e Marche accusano cali moderati di aperture, mentre il Nord-est risulta la macroregione piu' deficitaria.

L'aumento piu' sensibile e' avvenuto in Campania (+9%), la flessione maggiore in Friuli (-5%). La classificazione per settore produttivo evidenzia che il commercio continua a registrare il maggior numero di aperture di partite Iva: il 23,6% del totale, seguito dalle attivita' professionali (15%) ed edilizie (10%).

Rispetto all'anno precedente, i settori con aumenti maggiori si rivelano l'istruzione, i trasporti e il sanitario, con incrementi di oltre il 10%.

Di contro, oltre al settore energetico (-27%), scontano consistenti cali i settori immobiliare (-18%) ed edile (-10%). Nel solo mese di dicembre sono state aperte 23.954 nuove partite Iva, in flessione del 6,6% rispetto al corrispondente mese dell'anno precedente.

E in questo caso le societa' di capitali sono le uniche che mostrano segni di vitalita' (+1,4%): cio', spiega il dipartimento delle Finanze, sembra dovuto alla possibilita', introdotta dalla recente normativa, di avviare societa' a responsabilita' limitata semplificata (Srls) tra under 35 che possono avere anche un solo euro come capitale sociale e societa' a responsabilita' limitata a capitale ridotto.

 


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