Ex manager Asl di Teramo, il Gip ha deciso: Varrassi andrà a giudizio per truffa e peculato

04 Dicembre 2013   10:18  

Non era in aula l'ex manager della Asl di Teramo Giustino Varrassi, durante l'udienza preliminare in cui i difensori degli indagati, davanti al gup Domenico Canosa hanno tentato di smontare le accuse.

Senza riuscirci per ora, per Canosa infatti l’ex manager dell’Asl Giustino Varrassi e altri sei dirigenti dell’azienda sanitaria vanno a processo.

La prima udienza si terrà il 18 settembre 2014.

Varrassi e il suo ex autista Giovanni Lanci sono accusati di truffa e peculato per aver fatto uso personale dell’auto di servizio. Varrassi nel frattempo ha risarcito la Regione, e quando pm Davide Rosati, nell'ambito dell'inchiesta sulle auto blu, chiese gli arresti domiciliari per Varrassi la richiesta venne respinta dal gip.

Altra inchiesta  che coinvolge Varrassi è quella relativa al medico Robimarga, urologo ed ex assessore comunale all’urbanistica del Pdl, condannato a tre anni ed otto mesi per truffa e peculato e sospeso dall’azienda sanitaria.

In questo porocedimento Varrassi è coinvolto insieme al direttore sanitario Camillo Antelli, all’ex direttore amministrativo Lucio Ambrosj, ai dirigenti Maurizio Di Giosia, Vittorio Scuteri, Corrado Foglia e Gabriella Palmeri. Per tutti l'accusa è abuso d’ufficio.

Secondo la Procura la scelta di Varrassi affidare a Robimarga la direzione dell’unità operativa semplice dipartimentale di urologia endoscopica a Giulianova, sarebbe stata adottata a dispetto dell’inchiesta penale per peculato e truffa che lo aveva da poco coinvolto.

Dunque per la Procura la commissione disciplinare (composta dai cinque dirigenti) avrebbe indebitamente sospeso la procedura disciplinare a carico di Robimarga scaturita dalla sospensione del medico disposta dal gip con un'ordinanza.

Nel procedimento si sono costituite parti civili l’Asl e tre medici del reparto di urologia (Vincenzo Cipolletti, Giuseppe Paradiso Galatioto e Paolo Galassi rappresentati dagli avvocati Tommaso Navarra, Daniele Di Furia e Vincenzo Cafforio) che si ritengono lesi dalla nomina di Robimarga a Giulianova.

Intanto per Varrassi sarebbe in arrivo un'altra richiesta di invio a giudizio. L'inchiesta è quella del pm Rosati sul centro di fecondazione assistista dell’ospedale, un'unità operativa semplice a valenza dipartimentale di fisiopatologia della riproduzione e fecondazione assistita non sarebbe mai stata iscritta, così come impone la legge, nel registro dell’istituto superiore di sanità, organismo del ministero della salute. Su questa vicenda si è espressa anche la Cassazione che accolto il ricorso del pm.

La Suprema Corte ha annullato con rinvio il provvedimento con cui, nel novembre dell’anno scorso, il tribunale del Riesame aveva dissequestrato il centro. Dunque i giudici del Riesame dovranno nuovamente tornare ad esaminare il caso. Il dissequestro, sulla base del ricorso proposto all’epoca da Varrassi e Antelli, era stato disposto per la mancanza del cosiddetto “periculum in mora” – la possibilità di reiterazione del reato – in quanto nel settembre 2012 il medico responsabile del servizio aveva deciso – e comunicato alla Asl – la sospensione temporanea dell’attività inerente la procreazione medicalmente assistita.

 

 


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