FIM FIOM UILM L'Aquila: Accord Phoenix più ombre che luci

05 Ottobre 2016   11:28  

É ormai evidente, a nostro parere, che siamo in presenza di soggetti che poco hanno a che fare con l'imprenditoria.

Molta improvvisazione e poca sostanza!

Nei pochi incontri svolti con il Sindacato, rispetto al piano industriale, sono state fornite informazioni contraddittorie sia sui fornitori sia sui clienti finali. All'inizio più che un'impresa sembrava un'opera pia, preoccupati più all'aspetto sociale che a quello industriale, successivamente più intenti ad assumere responsabili che lavoratori.

Oggi su 24 persone assunte solo 9 persone sono impegnate direttamente in attività produttive, gli altri vagano per lo stabilimento impartendo ordini spesso contraddittori.

Le assunzioni non stanno tenendo conto delle priorità che la Politica e la stessa azienda avevano garantito.

L'azienda su le ipotetiche 128 assunzioni, ci ha spiegato che per professionalità particolari avrebbe dovuto pescare fuori dal bacino individuato e che tali assunzioni avrebbero riguardato una decina di persone. Oggi sono stati assunti personaggi non facenti parte dell'ex Polo Elettronico che non spiccano per qualifiche particolari, le motivazioni di queste assunzioni dovrebbero essere spiegate attraverso un percorso trasparente.

Mentre molte decine di lavoratori dell'ex Polo Elettronico sono ormai senza sostegno al reddito, nell'azienda circolano una miriade di consulenti, vengono elargiti stipendi da “favola” ai non operativi e vengono assunti lavoratori che già avevano un lavoro a tempo indeterminato con professionalità che possono essere individuate all'interno del bacino dell'ex Polo Elettronico.

Nell'ultima riunione è stata paradossale la comunicazione della necessità di assumere esperti “ragnisti” fuori dal bacino individuato. Questa comunicazione ci lascia perplessi visto che l'azienda potrebbe programmare corsi di formazione.

In questa confusione, arrivano pochi camion con monitor “antidiluviani” misti a “mondezza” che rendono sempre più difficoltoso il lavoro dei 9 unici lavoratori. Sarebbe opportuno che l'azienda in modo trasparente comunichi la provenienza di questi materiali.

Abbiamo l'impressione che si stia prestando più attenzione a spendere i soldi che a fare impresa.

FIM FIOM UILM chiedono un tavolo di verifica con la Regione, il Comune e Invitalia e la ex Finmek.


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