Fecondazione in Vitro, Nuove Scoperte Risolvono Numerosi Rischi per la Donna

02 Ottobre 2015   11:10  

​Altissime percentuali di successo e meno rischi per la donna che ricorre alla fecondazione in Vitro grazie a nuove tecniche che consentono di aumentare l'impianto dell'embrione e fecondazione eterologa in Italia: ne parla a Leggo l'esperto in Medicina e Biologia della Riproduzione Prof. Ermanno Greco.

Qual è l'importanza della diagnosi preimpianto?

“La diagnosi permette di valutare lo stato di salute dell'embrione con un conseguente aumento delle percentuali di successo rispetto alle metodiche tradizionali. Contrariamente a quanto accaduto finora, con tale tecnica è possibile trasferire un unico embrione, evitando la possibilità di gravidanze gemellari".

Quali le percentuali di successo?

“Con un procedimento classico, cioè con il trasferimento degli embrioni alla II o III giornata di sviluppo, la probabilità di riuscita dell'impianto è del 30%-40%. Con la diagnosi preimpianto le percentuali di successo impennano al 60%-70%, poiché gli embrioni vengono coltivati fino alla V VII giornata, quando raggiungono lo stadio di blastocisti. Questo è il massimo grado possibile di evoluzione di un embrione in vitro, ed è su questo che si eseguono le analisi per verificare il numero dei cromosomi. Non si impiantano gli embrioni belli, ma quelli sani”.

Cosa succede quando si trasferisce un embrione malato?

“L'embrione non si impianta, si può avere un aborto precoce o andare incontro a gravidanze evolutive con feti malati, come nel caso della trisomia del cromosoma 21 (Sindrome di Down). Le anormalità cromosomiche aumentano con l'avanzare dell'età materna, sopra 36 anni”.

Quali sono, dunque, i principali vantaggi per chi effettua la diagnosi preimpianto?

"Ricapitolando, una maggiore percentuale di successo, riduzione di parti gemellari e delle percentuali aborto, anche terapeutico".

Chi vi può accedere?

"Tutte le coppie portatrici di malattie genetiche la cui origine è conosciuta. Attualmente
150 bambini sono nati presso la nostra struttura da pazienti portatori di malattie genetiche".

Un'altra innovazione per aumentare le percentuali di successo dell'impianto è la tecnica denominata "pipelle". Di cosa si tratta?

"L'impianto dipende per il 70% dall'embrione, e per il restante 30% dalla qualità dell'endometrio. Tramite tale tecnica, attraverso un'irritazione meccanica dell'utero durante il ciclo precedente al trasferimento, si stimola la produzione di specifiche sostanze che intervengono in questa fase, dette chitochine".

In seguito alle modifiche alla legge 40 sulla procreazione assistita, le coppie possono ricorrere alla fecondazione eterologa anche in Italia. Quali le differenze con l'estero?

"All'European Hospital di Roma sono state effettuate circa 130 eterologhe, con una percentuale di successo che oscilla tra il 50% e il 60%, trasferendo soltanto due embrioni. Gli ovociti possono essere di donatrici italiane o straniere, e non c'è alcuna differenza sostanziale se non che si tratta di ovociti congelati poiché in Italia le donazioni scarseggiano ancora. Ciò non comporta alcun danno per l'esito dell'impianto, e anzi si sta diffondendo sempre più la tecnica del "social freezing", il congelamento spontaneo degli ovociti per preservare la propria fertilità ed utilizzarli in futuro. Una tecnica molto importante e che si sta rivelando utile anche con pazienti oncologici".


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