Figli postarono foto "osè" amica minore, i genitori condannati al pagamento danni

10 Aprile 2018   10:26  

È destinata a far parlare la sentenza emessa dal giudice del tribunale di Sulmona, Daniele Sodani, il quale ha ritenuto responsabili i genitori per le colpe dei loro figli, 11 ragazzi che diffusero sui social foto senza veli di una loro amica, 14enne.

I fatti risalgono al 2013 quando una ragazza, denunciò che una sua foto senza veli era stata pubblicata sul social Facebook per alcune ore e poi sui telefonini di amici e conoscenti.

Quello che all’inizio sembrava un gioco indecente è finito al centro di indagini giudiziarie condotte dai carabinieri di Sulmona, sollecitati dai genitori della ragazza.

Con l'accusa di diffusione di materiale pedopornografico circa 30 i ragazzi, quasi tutti minorenni, furono chiamati a deporre dai carabinieri, dopo le dovute indagini molti furono esclusi e solo undici furono ritenuti gli  autori materiali della diffusione delle foto osé.

In sede di udienza preliminare gli indagati sono stati tutti prosciolti. Non così in sede civile dove il giudice accogliendo parzialmente le richieste dei genitori che avevano avanzato un risarcimento di 650 mila euro, per danni patrimoniali e non, ha stabilito che i convenuti debbano versare, a vario titolo, la cifra in totale di oltre 100 mila euro, per danno non patrimoniale.

Il giudice ha disposto che a pagare il risarcimento debbano essere i genitori degli allora minorenni perché “è in capo al genitore l’onere di provare e di dimostrare il corretto assolvimento dei propri obblighi educativi e di controllo sul figlio, solo in tal modo potendosi esonerare dalla condanna risarcitorie".

Nella specie nulla è stato dimostrato. Anzi, sempre secondo la sentenza del giudice, “i fatti esprimono, di per sé, una carenza educativa degli allora minorenni, dimostratisi in tal modo privi del necessario senso critico di una  capacità di discernimento e di orientamento consapevole delle proprie scelte nel rispetto e nella tutela altrui. Capacità che invece avrebbero già dovuto godere in relazione all’età posseduta. Tanto è vero che alcuni coetanei, ricevuta la foto, non l’hanno divulgata”.

Il giudice ha bacchettato anche i genitori della minorenne non riconoscendo loro il risarcimento, in quanto non avrebbero vigilato sulla condotta imprudente della propria figlia, dalla quale sarebbero partite le foto osé.

 



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