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La Regione Abruzzo continua a regalare soldi a pioggia alle tv private, ignorando completamente quale direzione sta prendendo il mondo dell'informazione ed i nuovi media.
Oggi la comunicazione e tutto ciò che si muove nel panorama di quella che siamo abituati a chiamare televisione (visione a distanza) ha un'unica piattaforma: internet.
Purtroppo come sempre i nostri politici non sono avvezzi a cogliere il cambiamento e quello che nella società si è affermato già da tempo resta per loro un mondo sconosciuto.
E' così che mentre cresce sempre più l'utilizzo dei cosi detti terminali intelligenti o smartphone che allargano ancora di più la possibilità di una fruizione costante durante le 24ore dell'informazione, chi dovrebbe essere preposto a cogliere queste trasformazioni, continua a foraggiare inconsapevolmente o con studiata complicità i soliti 4 o 5 "imprenditori" delle tv “private”.
Non c'è televisione "digitale" che possa contenere l'avanzata della comunicazione basata sulla piattaforma internet, così che anche l'invenzione del finanziamento per la trasformazione digitale delle tv analogiche è una bufala che costa alle tasche dei cittadini centinaia di migliaia di euro.
Senza considerare l'abuso di alcuni editori senza scrupoli che rivendono a caro prezzo i canali digitali acquisiti con la trasformazione e soprattutto con l’utilizzo di soldi prelevati dalle tasche dei cittadini.
E' ora che il mondo della politica prenda atto della trasformazione del settore della comunicazione e che cessino i finanziamenti a pioggia che vanno sempre a riempire le tasche dei soliti noti.
Nel panorama dei new media ci sono energie giovani , che sperimentano nuove forme di comunicazione rischiando di tasca propria, facendo della propria professione uno strumento di arricchimento della società, meritevoli , quelle sì, di attenzione e sostegno degli organismi preposti ad individuare, incentivare e promuovere le trasformazioni di un mondo così in movimento da un punto di vista tecnologico, che è difficile da continuare a contenere nel ristretto spazio di un tradizionale schermo televisivo.
Gianfranco Di Giacomantonio Caracas – Venezuela