Fondi ricostruzione esauriti, Cialente: "Serve una revisione etica del trattato di Maastricht"

"L'Europa non può essere matrigna"

20 Agosto 2013   12:37  

Il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente lo ripete da sempre, le risorse devono essere certe, e specifiche.

In una lunga intervista di cui via abbiamo dato anticipazioni spiega il problema della risorse e delle possibili azioni da mettere in campo con urgenza.

 

RISORSE

Ad oggi i fondi realmente fruibili sono quelli della delibera Cipe, di fatto, già finiti.
Sono 985 i milioni arrivati per ricostruire L'Aquila.

Cialente spiega: "Dal primo gennaio 2013 abbiamo speso 447 milioni che Chiodi non aveva utilizzato e quindi li aveva restituiti. Inoltre abbiamo dato ad oggi, 870 milioni di euro". 

"Ho ottenuto altri 150 milioni di euro - prosegue- e spendiamo 100 milioni di euro al mese, e a settembre abbiamo finito i soldi".
Il problema della ricostruzione per il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente è solo nelle risorse, ed è necessario individuare davvero la strada per intercettarle.

"Abbiamo indivuato un cronoprogramma, ridicolizzato da chi non capisce, che dice per ricostruire L'Aquila entro il 2019, servono per il 2013 816 milioni aggiuntivi a quelli Cipe, 1.2 miliardi per il 2014 e 1 miliardo l'anno fino al 2019. Ora grazie alla battaglia della bandiara, con i miei collaboratori e la giunta, siamo riusciti, ad avere 1.2 miliardi ma non va bene: sono 200 milioni l'anno per sei anni, ma solo a partire dal 2014. A noi già quest'anno serve un terzo, 816 milioni subito".

Dunque?

"Gli 816 milioni li ho di competenza, ma servono subito. Nel 2013 servono 316 milioni per non bloccare il cronoprogramma. Di qui la mia proposta:il factoring: ovvero un accordo con le banche. Il cittadino con la firma del Comune va alle banca e chiede l'anticipo. E gli interessi li paga il Governo. La proposta però è stata bloccata perché è un indebitamento sul patto di stabilità".

 

LE AZIONI POSSIBILI

Di fatto quindi la strada sembrerebbe bloccata. Cialente invece è fermamente convinto che la strada si può trovare, ma intavolando una battaglia a livello Europeo.

"Ci vuole coraggio, il Governo deve andare in Europa e portarte una revisione al trattato di Maastricht perché così è una follia. L'Europa non può continuare ad essere matrigna. I soldi per il 2014 non ci sono. Due sono le ipotesi: Cassa depositi e prestiti, oppure l'idea vista con Mostelerfare un pool di Banche che fanno un mutuo a 40 anni ai Comuni,e il mutuo le restituiamo con il credito d'imposta. L'Italia ricostruirebbe senza accorgersene".

La proposta di Cialente è considerata anche essa un indebitamento. E rilancia: "L'Europa non può essere matrigna, non chiediamo soldi all'Europa, ma solo l'inserimento di un emednamento profondamente etica. Il patto di stabilità dice: non può superare il 3% del rapporto pil/deficit. Giusto ma non se capita una calamità naturale. Quindi la mia proposta è un emendamento che recita così: in caso di calamità naturale, per la quale l’Unione europea abbia trasferito somme dal fondo di solidarietà, lo Stato Membro è autorizzato con proprie risorse a intervenire per la riparazione dei danni recati al patrimonio edilizio, all’ ambiente e all’economia. Fino al limite di 20 volte di quanto stanziato dalla Ue con il fondo di solidarietà non viene calcolato nell’ambito del patto di stabilità”. 

"Ottenere l'inserimento dell'emendamento -spiega ancora Cialente- è una volontà politica che non può non essere creata, è un fatto etico". 

intervista di Barbara Bologna
montaggio di Marialaura Carducci


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