Fratelli d'Italia-AN: "L'Emendamendo "salva bilanci" a firma Pezzopane è senza copertura finanziaria

27 Aprile 2016   12:58  

"L'emendamento al decreto università a firma della senatrice del Partito democratico Stefania Pezzopane per 'salvare' i bilanci dei comuni del cratere non ha la necessaria copertura finanziaria".

Lo afferma in una nota Alessio Pilone, presidente del circolo territoriale "99" dell'Aquila di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale.

"Da una attenta lettura degli atti parlamentari, infatti - spiega Pilone - il provvedimento della Pezzopane prevede un trasferimento di 23 milioni per il Comune dell'Aquila e di 5 milioni per gli altri 56 enti interessati dal sisma, ma il capitolo da cui si prelevano i soldi ha una disponibilità di soli 25,2 milioni di euro, 3 in meno di quelli previsti".

"Il cespite di spesa interessato è il 3075, relativo al Fondo per interventi strutturali di politica economica, istituito originariamente nel 2004 con gli introiti dei condoni edilizi e rifinanziato ogni anno con le varie leggi di stabilità - sottolinea l'esponente di Fdi-An - una sorta di 'tesoretto' utilizzato in maniera flessibile ai fini del reperimento di risorse occorrenti a copertura di interventi legislativi recanti oneri finanziari".

"Una specie di 'pozzo di San Patrizio' da cui governo e parlamento attingono ogni volta per le più svariate esigenze - aggiunge - e che nel 2016, appunto, è ridotto a soli 25,2 milioni di euro, come affermano sia il servizio studi del Senato nel dossier allegato alla legge di stabilità per l'anno in corso sia il ministero dell'Economia e delle finanze nel decreto di ripartizione in capitoli del bilancio per l'anno finanziario 2016 e per il triennio 2016-2018".

"Naturalmente speriamo di sbagliarci - dice ancora Pilone - ma se così fosse saremmo di fronte a un segnale di pressappochismo disarmante".

"D'altra parte - sostiene - che la situazione fosse avviata su un percorso fallimentare è dimostrata tanto dai tempi che dai metodi adottati per risolvere la questione dai rappresentanti aquilani del Pd, che solo una settimana fa si sono sbrodolati addosso su come il governo Renzi avesse 'segnato una nuova fase per la ricostruzione'. Sui tempi: si è messo mano al problema a poco meno di dieci giorni dal termine per l'approvazione dei bilanci di previsione, sui metodi: si è scelto di portare la battaglia per recuperare queste risorse indispensabili per la sopravvivenza dei comuni non in commissione, dove spesso si decidono le sorti delle leggi, ma in aula, quando il pacchetto arriva già confezionato e non ci sono grandi margini di manovra".

"A questo punto i sindaci del cratere farebbero bene a organizzarsi per trovare una strada alternativa - propone Pilone - una potrebbe essere quella di chiedere al ministero dell'Interno un decreto urgente per differire ulteriormente i termini per l'approvazione del bilancio, come già previsto per le città metropolitane e le province, chiedendo contestualmente al governo di rendere 'strutturali' i contributi per le minori entrate e le maggiori spese utilizzando una quota delle risorse già disponibili per la ricostruzione e assegnate di volta in volta con le delibere del Comitato interministeriale per la programmazione economica".

"Altrimenti - conclude - ogni anno si ripeterà questa storia di andare a Roma con il cappello in mano, una circostanza che non rende dignità al ruolo dei primi cittadini".


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