G8: dopo la condanna, sospeso Fabio Ciccimarra, capo della Mobile dell'Aquila

07 Luglio 2012   13:00  

Fabio Ciccimarra, 41 anni, era arrivato a guidare la squadra Mobile dell'Aquila nel dicembre 2011 in un territorio non facile perché, per via del devastante terremoto del 6 aprile 2009, le organizzazioni mafiose hanno messo gli occhi sugli ingenti fondi per la ricostruzione.

Ma non si aspettava certo di trovarsi fuori dalla polizia dopo circa sette mesi per mano della sentenza della Cassazione sui fatti del G8 di Genova che lo ha condannato a tre anni e otto mesi di reclusione con la interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, tanto che si era stabilito all'Aquila dove era arrivato da Napoli. 

Oggi il dirigente sarà sospeso e al suo posto potrebbe arrivare il facente funzione Sabatino Romano, uno dei suoi più stretti collaboratori.

Ciccimarra non parla pubblicamente e ai giornalisti non rilascia dichiarazioni ma dal suo entourage emerge che nonostante la forte amarezza per essere costretto a lasciare la Polizia dopo venti anni, ha accettato l'epilogo.

"Ho chiuso un capitolo e ne aprirò un altro" avrebbe detto ad alcuni amici. Un capitolo, molto probabilmente cercando lavoro nel privato, che non si potrà riaprire immediatamente visto che dovrà scontare otto mesi (per i tre anni avrà lo sconto per l'indulto e perché incensurato) ai domiciliari o ai servizi sociali. Lascerà L'Aquila dopo aver salutato la sua squadra che pubblicamente ha sempre elogiato.

Ai suoi collaboratori più stretti ha spiegato che come in silenzio è tornato a lavorare dopo 15 giorni di arresti domiciliari per l'inchiesta che lo ha inchiodato, così ora, a 11 anni dai fatti della scuola Diaz, esce di scena in silenzio.

Al suo posto non arriverà l'ex capo della squadra Mobile di Pescara, Nicola Zupo, l'investigatore sul cui lavoro si sono basate le più grandi inchieste in Abruzzo degli ultimi anni, che prenderà servizio alla questura dell'Aquila l'11 luglio prossimo come primo dirigente amministrativo. Guidare la Mobile, infatti, sarebbe un declassamento. C'é da ricordare che a capo della squadra mobile dell'Aquila negli anni scorsi c'é stato Salvatore Gava, un altro dei dirigenti condannati dalla Cassazione per i fatti del G8. ( Fonte: rete8.it)

Cassazione: confermate condanne vertici polizia

Confermate in via definitiva le condanne per falso aggravato inflitte agli alti funzionari di polizia coinvolti nei fatti di violenza avvenuti alla scuola Diaz di Genova, il 21 luglio 2001. Lo ha deciso la quinta sezione penale della Cassazione, confermando la condanna a 4 anni inflitta a Giovanni Luperi e Francesco Gratteri, quella a 5 anni per Vincenzo Canterini, nonche' le pene, pari a 3 anni e 8 mesi, inflitte a Gilberto Caldarozzi, Filippo Ferri, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici, Spartaco Mortola, Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Renzo Cerchi, Davide Di Novi e Massimiliano Di Bernardini. Prescritti, invece, i reati di lesioni gravi contestati a nove agenti appartenenti al settimo nucleo speciale della Mobile all'epoca dei fatti. La sentenza della Suprema corte conferma sostanzialmente l'impianto accusatorio gia' convalidato dai giudici d'appello di Genova, nonostante le prescrizioni del reato di lesioni gravi, a 11 anni dai fatti.
Tra gli alti funzionari condannati spiccano i nomi di Giovanni Luperi, all'epoca vicedirettore dell'Ucigos, oggi capo sezione analisi dell'Aisi, di Francesco Gratteri (ex direttore dello Sco e attuale capo della direzione centrale anticrimine) e di Gilberto Caldarozzi, nel 2001 vicedirettore dello Sco e attuale direttore del servizio centrale operativo. Condanne definitive anche per il capo della squadra mobile di Firenze, Filippo Ferri (allora capo squadra mobile di La Spezia), per Fabio Ciccimarra, all'epoca commissario capo di Napoli e oggi capo della Mobile de L'Aquila, per Nando Dominici (allora capo Mobile di Genova), per Spartaco Mortola (ex capo Digos di Genova, oggi alla guida della Polfer di Torino).

PER VERTICI POLIZIA CONDANNATI SCATTA INTERDIZIONE - Per gli alti funzionari di polizia condannati in via definitiva dalla Cassazione per i fatti avvenuti alla scuola Diaz di Genova scatta ora l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. La Suprema corte ha infatti confermato anche questa pena accessoria.Nessuno degli imputati condannati finira' in carcere, poiche' 3 anni della pena sono coperti da indulto. Per loro, oltre all'interdizione per 5 anni, dovrebbe essere emessa anche una sanzione disciplinare. Gli imputati dovranno risarcire le parti civili, come gia' disposto nelle sentenze di merito.


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