Giornalisti: FIEG, contratto nel segno di discontinuità

09 Aprile 2013   15:06  

 Nuovo contratto di discontinuita', senza aumenti, con piu' flessibilita' e piu' attenzione alla tenuta dell'istituto di previdenza. Su questi cardini, secondo la Fieg (Federazione italiana editori giornali), dovra' essere incentrato il nuovo contratto del comparto giornalistico. La posizione degli editori e' stata illustrata nel corso della prima riunione del tavolo con la Fnsi (Federazione nazionale stampa italiana), il sindacato unitario di categoria.
"Stiamo vivendo una delle crisi piu' cruente della nostra storia - ha esordito il presidente dell'associazione delle imprese editoriali, Giulio Anselmi - e per questo ci auguriamo che saremo in grado di mettere in campo azioni congiunte e responsabili". Anselmi ha poi fissato i 'paletti' per la trattiva dell'accordo quadriennale 2013-2017.- "Il nuovo contratto - ha rimarcato Anselmi - dovra' seguire i nuovi modelli organizzativi in vigore nelle aziende. E impensabile avere aumenti salariali, mentre e' necessario prevedere piu' flessibilita', ridiscutere gli automatismi e introdurre nuove figure professionali". Gli editori chiedono, inoltre, di rinegoziare l'indennita' 'ex fissa' (l'indennita' differita alla fine dell'attivita' lavorativa) e ridefinire il "confine tra lavoro subordinato e parasubordinato". 
   Alle condizioni della Fieg il segretario dell'Fnsi, Franco Siddi ha replicato dando la disponibilita' del sindacato ad "aggiornare il contratto nazionale", ma a precise condizioni. 
   "Se, invece, questo vuol dire sbaraccarlo - ha fatto presente Siddi - non ci saremo. In altri tempi, le parole dalle parole del presidente Anselmi avremmo tratto conclusioni negative. Adesso vogliamo trovarci la volonta' ad individuare un percorso comune contro il declino del mercato e dell'occupazione".Secondo l'Fnsi "non di un accordo involutivo ha bisogno l'informazione italiana", bensi' bisogna "trovare elementi di sviluppo accanto al governo della crisi". 
   "Vogliamo aggiornare i rapporti di lavoro - ha aggiunto Siddi - chiamando anche lo Stato a fare la sua parte. Non si puo' scaricare solo sull'Inpgi i costi del welfare".


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