"Gli Attacchi dell'11 Settembre Erano Noti agli Usa, Ma Non Hanno Fatto Nulla Per Impedirli"

05 Luglio 2016   07:30  

La sensazione generale è che molti dettagli relativi agli attacchi alle Torri Gemelle del World Trade Center a New York siano ancora ignoti a molti. Questo è forse il motivo principale per cui, a distanza di quasi 15 anni da quel maledetto 11 settembre 2001, le teorie del complotto intorno all'attacco di Ground Zero siano ancora molto gettonate e si moltiplichino sempre di più.

L'ultima, in ordine cronologico, arriva da una fonte considerata altamente attendibile da molti complottisti: Kurt Sonnenfeld, 39enne ex operatore del Dipartimento di Sicurezza degli Stati Uniti. L'uomo, attualmente, si trova in esilio in Argentina dopo essere fuggito dal proprio paese in seguito all'accusa di aver ucciso la moglie. Lui, però, sostiene di averlo fatto perché in possesso di una presunta 'verità scomoda'.

La vicenda è raccontata anche dal Sun: subito dopo l'attacco, a Kurt fu concesso l'accesso illimitato a Ground Zero, allo scopo di riprendere quanto più possibile singoli dettagli della situazione degli edifici. Mentre riprendeva ciò che restava delle due Twin Towers, l'uomo ha notato che c'era qualcosa che non andava: «All'interno di un edificio c'era una cripta completamente vuota. Sembrava come se avessero tolto qualsiasi cosa ci fosse al suo interno, come se sapessero già che un attacco sarebbe arrivato».

Il nastro registrato da Sonnenfeld non fu mai consegnato alle autorità statunitensi: da quel giorno l'uomo sembra essere diventato un personaggio scomodo. Le vicende giudiziarie personali, poi, non hanno aiutato. Lui, però, dall'Argentina rincara la dose: «Ritengo impossibile che le agenzie di intelligence non sapessero di un attacco del genere. Non solo non hanno impedito che accadesse, ma probabilmente in qualche modo lo hanno anche favorito».


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