Governo impugna delibera di Giunta sui dragaggi.

27 Giugno 2013   13:50  

Rende noto il Wwf Abruzzo:

''Il Governo ieri ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale una recente delibera regionale attinente i dragaggi.

Il WWF aveva inviato al Ministero dell’Ambiente una nota in cui si chiedeva un immediato intervento (e alla Giunta Regionale di ritirare il provvedimento) perché si trattava di una vera e propria deregulation sullo scarico di materiale dragato a mare, in violazione non solo di norme nazionali ma addirittura di diverse Convenzioni Internazionali poste a tutela dell’ambiente marino.

In particolare la Giunta Regionale ha stabilito che fino a 25.000 mc ci possa essere praticamente una totale assenza di regole, con una mera comunicazione sull’immissione in mare del materiale.

Inoltre, per come è stata formulata la delibera, sarebbe possibile spezzettare progetti di dragaggio di enorme portata in tanti piccoli interventi da 25000 mc in modo tale da aggirare le precise norme imposte appunto dalle convenzioni internazionali.

Dichiara Agusto De Sanctis, referente acque del WWF Abruzzo.

“Il WWF ricorda che lo scarico a mare di materiale dragato deve essere considerata come l’extrema ratio e deve avvenire in presenza di rigide procedure volte a tutelare il delicato ambiente marino, visto che l’immersione in mare di materiale può produrre enormi perturbazioni sia per quanto riguarda la qualità delle acque (basti pensare che il materiale in sospensione può viaggiare con le correnti per decine di chilometri) sia per quello che riguarda il substrato che può venir ricoperto “soffocando” tutta la comunità di organismi che lo popola.

Vi è poi da considerare la problematica delle caratteristiche chimiche e granulometriche del materiale, che deve essere per legge sottoposto ad indagini approfondite.”

L’associazione ritiene che le “scorciatoie” introdotte dalla Delibera di Giunta Regionale siano solo espedienti populistici che alla fine aggravano i problemi dei dragaggi e non li risolvono. Per questo rinnoviamo l’appello alla Giunta di ritirare la Delibera e di regolamentare in maniera corretta il settore.

LA LETTERA DEL WWF

OGGETTO: Deliberazione Giunta Regionale 218 del 28/03/2013 - norme sui dragaggi e immersione in mare

L'associazione scrivente ha letto con estremo sconcerto la DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE - 28/03/2013 ~W 218, "Determinazioni inerenti il rilascio di autorizzazioni di competenza regionale ai sensi dell'art.
109 D.Lgs. 3.04.2006 n. 152 "Norme in materia ambientale" - Ripartizione tra le Direzioni regionali di competenza afferenti al mare", pubblicata sul BURA della Regione Abruzzo dell'08 maggio 2013 con la quale si organizza l'attività di valutazione ed autorizzazione delle iniziative connesse ai dragaggi.

In particolare, tra i diversi punti che appaiono alla scrivente associazione assolutamente privi di legittimità rispettoalle normative statali ed internazionali, vi è quello relativo alla possibilità di procedere all'immersione deliberata in mare dei materiali di dragaggio previa semplice comunicazione all'autorità competente per interventi che non superino i 25.000 mc e non attraverso un'autorizzazione (e, pertanto, addirittura alcuni degli obblighi previsti in relazione alla qualità dei sedimenti, alle procedure da seguire, alle linee guida di riferimento sembrerebbero neanche applicarsi agli interventi ricadenti in questo limite quantitativo).

Questa disposizione ci appare contrastare non solo con le previsioni di cui all'Art.109 del D.lgs.152/2006 e ss.rnrn.ii. ma anche con tutte le indicazioni contenute nella Convenzione di Barcellona e nella Convenzione di
Londra, entrambe ratificate dallo Stato Italiano, nonché con quanto prescritto dalla Direttiva 60/2000/CE Acque in relazione alla qualità delle acque marino-costiere.

Infatti, l'attività di immersione in mare costituisce sempre una forma di perturbazione dell'ambiente marino e deve essere considerata una forma di gestione dei sedimenti del tutto residuale e da considerare solo in casi
eccezionali e per comprovata impossibilità (quindi con un'adeguata istruttoria) di attuare iniziative che comportino un riutilizzo del materiale dragato, anche al di là della qualità dei sedimenti.

Segnaliamo che non vengono previste forme di trasparenza e/o pubblicità per alcun progetto (sia sopra che sotto la soglia di 25.000 me), con ciò violando le prescrizioni di cui all'Art.6 cornrna 2 della Convenzione di Aarhus (che,
secondo quanto espressamente riconosciuto nelle Linee guida interpretative della Convenzione, si applica non solo agli interventi per le quali è prescritta la procedura di VIA - o la VA. - ma a tutti gli interventi che possono
avere potenziali effetti sull'ambiente). In particolare, si ricorda che, sulla base di quanto previsto dalla Convenzione:

"2. /I pubblico interessato è informato nella fase iniziale del processo decisionale in materia ambientale in modo adeguato, tempestivo ed efficace, mediante pubblici avvisi o individualmente.

Le informazioni riguardano in particolare:
a) l'attività proposta e la richiesta su cui sarà presa una decisione; ;
b) la natura delle eventuali decisioni o il progetto di decisione;
c) l'autorità pubblica responsabile dell'adozione della decisione;
d) la procedura prevista, ivi compresi (nella misura in cui tali informazioni possano essere fornite):

i) la data di inizio della procedura;

ii) le possibilità di partecipazione offerte al pubblico;

iii) la data e il luogo delle audizioni pubbliche eventualmente previste,

iv) l'indicazione dell'autorità pubblica cui è possibile rivolgersi per ottenere le pertinenti informazioni e presso la quale tali informazioni sono state depositate per consentirne l'esame da parte del pubblico;

v) l'indicazione dell'autorità pubblica o di qualsiasi altro organo ufficiale cui possono essere rivolti osservazioni e quesiti nonché i termini per la loro presentazione;

vi) /'indicazione delle intormezioni ambientali disponibili sull'attività proposta"
Infine, non vengono neanche richiamati gli eventuali obblighi relativi allo Studio di Incidenza Ambientale di cui al DPR 357/97 e ss.rnrn.ii. per tutti gli interventi che, direttamente o indirettamente, possono incidere sui SIC individuati non solo a mare ma anche lungo la costa della Regione Abruzzo (si ricorda che l'ISPRA nei suoi documenti ammette che il materiale immerso può viaggiare nella colonna d'acqua anche per una distanza di 20 km dal punto di immersione).

Tra l'altro, la formulazione del punto relativo all'immersione in mare dei materiali dei 25.000 mc non sgombera il dubbio che:

a) l'intervento possa essere reiterato a breve distanza per un numero imprecisato di volte, fino a superare di gran lunga il limite di 25000 mc fissato;

b) i materiali non siano caratterizzati secondo le previsioni di cui al Manuale ICRAM-APAT per la Movimentazione dei Sedimenti Marini.

Esprimiamo altresì stupore per il fatto che non sia applicato il Decreto Ministeriale Ambiente 14 Aprile 2009, n.56 relativo alla qualità dei sedimenti marino-costieri che impone limiti più stringenti per oltre 20 sostanze
particolarmente pericolose

Chiediamo, quindi, che la Delibera venga immediatamente annullata. In caso contrario, ci riserviamo ogni opportuna iniziativa volta a tutelare la qualità dell'ambiente e la salute dei cittadini.

Certi di un immediato riscontro cogliamo l'occasione per porgere i nostri migliori saluti.

Luciano Di Tizio
Presidente WWF Abruzzo

 


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