Gravi Inadempienze, Corte Dei Conti Chiede Scioglimento del Consiglio Regionale d'Abruzzo

22 Luglio 2015   18:21  

"Gravi inadempienze nei consuntivi e nella gestione dei conti".

Così la Corte dei Conti fa cadere una grossa tegola sull'amministrazione regionale di centro-sinistra che in piena estate dovrà trovare la quadra per evitare che l'atto, dovuto, dell'organo di controllo economico pubblico, si trasformi in un vero e proprio baratro politico per D'Alfonso e la sua Giunta.

La corte sottolinea come con i consuntivi finanziari fermi al 2012 non sia possibile continuare ad operare e pone la questione al Consiglio dei ministri  e ci sono già tre ipotesi sul tavolo.

Per prima cosa Renzi potrebbe dare un tempo entro il quale la Regione dovrà ottemperare a quanto richiesto dalla Corte, la seconda soluzione è che il Consiglio dei ministri possa commissariare il bilancio regionale (causando danni gravissimi per tutte le scelte politiche un po' come è successo con la sanità) e la terza quella dell'immediato scioglimento del Consiglio e ritorno alle urne, dopo il placet d'obbigo del Capo dello Stato.

Il provvedimento adottato con delibera n. 191/2015 lo scorso 17 luglio in base agli articoli 120 e 126 della Costituzione, mette in grave imbarazzo la Giunta regionale di centrosinistra guidata da Luciano D'Alfonso, anche se le omissioni si riferiscono anche al periodo precedente dell'ex Giunta di centrodestra guidata da Gianni Chiodi.

Accuse pesanti che sottolineano omissioni e ritardi che violano specifiche norme di Legge.

Secondo la Cote dei conti "persiste un comportamento omissivo della Regione Abruzzo nella redazione dei documenti consuntivi”, non avendo inviato né la bozza di rendiconto del 2013 né l’accertamento dei residui al 31 dicembre 2013 né la bozza di rendiconto per il 2014".

La rendicontazione della Regione è ferma al 2012, né il bilancio di previsione del 2013 né quello del 2014, sostiene la Corte dei Conti, erano stati oggetto di procedure di assestamento.

"In tale assetto ordinamentale, emerge in tutta la sua gravità l’incidenza dei ritardi accumulati dalla Regione Abruzzo e ai quali la stessa Regione non sembra voler porre fine, in violazione delle norme che dal 2011 sono andate a disciplinare la contabilità regionale”.

In chiusura la richiesta alla presidenza del Consiglio dei ministri di valutare lo scioglimento del Consiglio regionale, con la menzione dell'articolo 126 della Costituzione che prevede con decreto motivato del Presidente della Repubblica "lo scioglimento del Consiglio regionale e la rimozione del Presidente della Giunta che abbiano compiuto atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge".

"La reiterata e pervicace violazione - scrivono i giudici contabili - costituisce secondo la Corte costituzionale di per sé un'ipotesi di violazione di cui all'articolo 126 della Costituzione, poichè la Regione, in tale ipotesi, si sottrae a misure destinate ad operare sull'intero territorio nazionale, e viene meno agli obblighi solidaristici che gravano su tutti i soggetti componenti la Repubblica. La valutazione in merito alla gravità di tali violazioni e, in ogni caso, rimessa al Governo e al Presidente della Repubblica, secondo lo schema dell'articolo 126 della Costituzione e delle sentenze della Corte costituzionale. Occorre, ad avviso della Sezione, un deciso rientro nei canoni comportamentali in materia di contabilità pubblica, che sembrano essere stati trascurati per troppo tempo".


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