Gruppo Angelini, altri fallimenti in vista

I dipendenti sempre più appesi a un filo

28 Aprile 2010   11:03  

La giornata degli arresti di Enzo Angelini era cominciata con la proposta di concordato preventivo dei centri SanStefar, avanzata dal magnate della sanità privata che insieme alla figlia Chiara si era presentato ieri mattina al tribunale di Chieti.

Davanti all’aula delle udienze aveva prospettato ai giudici del fallimento – gli stessi che a febbraio avevano dichiarato il crac della società e l'avvio dell'esercizio provvisorio – una proposta di concordato corredata di documentazione, impegnandosi a pagare tutti i dipendenti, senza stipendio da ormai 393 giorni.

Angelini ha ricordato ai giudici che vanta crediti milionari nei confronti delle Asl.

I “creditori privilegiati” hanno subito rifiutato la proposta di concordato, dopo che il procuratore Pietro Mennini ha ribadito l’istanza di fallimento estesa a tutte le società del gruppo.

La proposta di concordato ha il sapore di una promessa più che di un atto concreto su cui poter fare affidamento, secondo i sindacati. Si farebbe affidamento infatti su crediti riconosciuti ma che non sono ancora disponibili.

Il futuro degli oltre mille dipendenti è appeso a un filo. Saranno i giudici a decidere.

L'ipotesi più verosimile è che il tribunale segua la strada del fallimento con esercizio provvisorio già intrapresa per Villa Pini srl per tutto il gruppo.

Il quadro occupazionale può essere così riassunto: 1600 i lavoratori che attendono risposte sul loro futuro, 600, con il fallimento di Villa Pini srl, hanno ottenuto la cassa integrazione in deroga, 591 sono ancora in attesa di una soluzione.

L'istanza di fallimento riguarda tutte le società del gruppo Angelini: i centri SanStefar, La Cicala, Maristella, le case di cura Santa Maria di Avezzano e Sanatrix dell’Aquila.

Che fine faranno tutti questi lavoratori che, nonostante le enormi difficoltà che partono da lontano, anche quando venivano regolarmente pagati, hanno sempre mantenuto i livelli di assistenza senza mai far mancare le prestazioni?

Tornano a rivolgere un appello alla Regione che, tuttavia, ha più volte fatto intendere che non sussistono le condizioni per il riassorbimento incondizionato nel sistema sanitario pubblico. Posizione d'altra parte anche comprensibile, perchè così si altererebbe il sistema concorrenziale.

Ma la Regione potrebbe anche restituire subito l’accreditamento delle attività sanitarie, come chiedono i sindacati.

 


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore