Hebe De Bonafini: "La lotta delle Madres de Plaza de Mayo continua"

"Il nuovo Papa Francesco non ci ha mai aiutato"

14 Marzo 2013   13:54  

A più di trent'anni di distanza, l'eredità lasciata dalla dittatura militare in Argentina in termini di vite umane é ancora lungi dall'essere del tutto cancellata, ed il movimento delle Madres de Plaza de Mayo continua a fare il possibile per contribuire a migliorare poco alla volta la situazione.

Parola di Hebe De Bonafini, fondatrice del movimento, in tour in questi giorni in Italia ed ospite stamani presso la sede della Regione Abruzzo di Pescara (che nel 2007 le assegnò il Premio per la Pace), accompagnata da Renato Di Nicola, membro dell'associazione Kabawil di Pescara, e da Colomba Musilli, dell'associazione culturale La città delle donne di Montesilvano, ed accolta dal vice presidente del consiglio regionale Nazario Pagano, dalla consigliera PD Marinella Sclocco e dal neo deputato Sel Gianni Melilla.

Data la freschissima elezione di Jorge Mario Bergoglio quale nuovo Papa, ed in virtù del rapporto di dubbia natura di costui con la Junta Militar che governò in maniera dittatoriale l'Argentina tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80 e si rese responsabile della scomparsa di decine di migliaia di persone, naturale che ci si aspettasse da lei una dichiarazione al riguardo. Tuttavia Hebe (preferisce essere chiamata per nome, senza formalismi), 85 anni ed ancora una gran voglia di lottare e rivendicare diritti, che aveva immaginato tale eventualità, ha subito chiarito di non volersi dilungare troppo sull'argomento, lasciando però intendere di non nutrire grande entusiasmo per la nomina: "So che voi della stampa siete qui per sentire cosa ho da dire riguardo il nuovo Pontefice. Ebbene, io voglio parlare molto poco di lui. Noi Madres abbiamo sempre avuto rapporti solo con i sacerdoti del terzo mondo, e siamo state le sole a fare ricerche sui preti che la dittatura fece sparire, sui quali invece la Chiesa tacque e non indagò. Nada màs (nulla più, ndr)".

Subito dopo, Hebe ha spiegato i veri motivi del suo ennesimo viaggio in Italia: "La lotta della nostra associazione continua attraverso varie iniziative, in appoggio al progetto di Cristina Kirchner. A cominciare dall'educazione dei più giovani, attraverso la costruzione di nuove scuole ed università e scuole nelle zone periferiche delle grandi città. In particolare, stiamo lavorando con determinazione per far divenire nazionale l'università fondata dalla nostra associazione, e per creare scuole infermieristiche in tutti i quartieri di Buenos Aires, specialmente i più poveri. Inoltre, abbiamo provveduto e continueremo ad occuparci del progetto Un fazzoletto come tetto, che prevede la costruzione di case per donne maltrattate e picchiate, perché abbiano un posto dove stare subito dopo essere andate via di casa, in attesa di sistemarsi. Il fine ultimo é sensibilizzare i giovani e spingerli verso l'impegno politico".

Poco dopo, un ricordo struggente della piaga dei desaparecidos (gli scomparsi), gli oppositori che la dittatura fece letteralmente sparire: "Le stime parlano di circa 30 000 desaparecidos, ma supponiamo che il numero reale sia molto superiore, in particolare per la carenza di denunce da parte di familiari ed amici. Basti pensare ad una fabbrica di cui ci siamo occupate, dalla quale sparirono 250 persone, ma fu denunciata la scomparsa di solo 70 di esse. Non accetteremo mai alcun rimborso per la scomparsa dei nostri figli. Non é un caso se noi Madres abbiamo fatto tanti viaggi in Italia, dove possiamo contare su numerose associazioni d'appoggio, poiché il presidente Sandro Pertini fu il primo a ripudiare la dittatura argentina".

Infine, un ricordo del presidente venezuelano Hugo Chavez, cui era molto legata: "Speriamo che la morte di Chavez non interrompa il cammino del Venezuela verso la democrazia, Nicolas Maduro é una grande persona ed ha tutte le capacità per portare avanti il programma del suo predecessore".

Lorenzo Ciccarelli


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