I consiglieri comunali di Pescara intascano gettoni di presenza senza partecipare alle commissioni?

20 Gennaio 2014   11:45  

 

Nel comune di Pescara riesplode il caso dei gettoni di presenza nelle commissioni.

Ad innescare la miccia una lettera anonima, inviata alla procura della Repubblica di Pescara, nonché al sindaco Albore Mascia, in cui, a che con un filmato video, si denuncia il fatto che molti consiglieri firmerebbero i registri delle presenze che poi non prenderebbero parte alle sedute di commissione, per intascarsi il gettone di presenza di 62 euro lordi, senza aver fatto il loro lavoro. Con la complicità dei segretari comunali.

Si legge infatti in un paesaggio della denuncia anonima: ''Segnaliamo che, con la complicità di alcuni segretari di commissioni consiliari, alcuni politici firmano fuori dalla sede comunale le loro presenze mai fatte nelle commissioni al fine di ottenere il gettone di presenza (…) Alcuni politici “miserabili” con il loro comportamento disonesto ledono la dignità di coloro che invece sono onesti, di molti laureati che con il massimo dei voti ottenuti lavorano anche per 5 euro l’ora nei call center e bisogna anche dire per fortuna (…) Seguiranno riprese di alcuni politici e segretari di commissione effettuate appositamente da tempo che verranno fatte recapitare in procura. Chi è onesto indagherà su quanto denunciato. È ora che queste persone escano allo scoperto.''

Tace per ora il sindaco albore Mascia, prende posizone il consigliere comunale di Pescara Enzo Del Vecchio, del Pd. A seguire il suo comunicato stampa.

''L’ultima, ma solo in ordine di tempo, polemica che investe i consiglieri comunali di Pescara, stando ad una formale denuncia con allegati filmati (anche questa denuncia nel classico stile anonima ma che poi anonima non lo sarà per molto potendo risalire agli autori grazie agli stessi filmati forniti) vorrebbe che questi signori beneficiano di gettoni di presenza in modo fraudolento e cioè non partecipando alle relative commissioni pur firmandone regolarmente la presenza.

Il reato previsto dal codice penale per questo tipo di comportamento è di peculato ed il soggetto che se ne rende responsabile ne risponde personalmente.

In presenza di fatti così documentati e circostanziati trovo però, ancora una volta, non giusto accomunare tutti indistintamente al comportamento, eventualmente scorretto che si dovesse accertare, di alcuni.

Avendo ben presente quale esito hanno avuto in passato talune denunce anonime, personalmente propendo ancora una volta ed in questa circostanza non già in comportamenti che configurano reati di tipo penale ma, peggio, in comportamenti di ignavia nella responsabilità amministrativa assunta di fronte agli elettori.

La fotografia che viene fuori dal lavoro delle Commissioni consiliari è esattamente quella che si può scattare ad ogni Consiglio comunale: un confronto tra la opposizione da una parte e dall’altra le sortite di Dogali o del consigliere Sospiri in quanto quest’ultimo non partecipa ai lavori delle Commissioni; per il resto NULLA.

Non è una novità, infatti, che la stragrande maggioranza dei consiglieri di maggioranza risultino completamente sconosciuti ai microfoni dell’aula ma che puntualmente partecipano ai lavori delle Commissioni per esprimere un voto, peraltro ininfluente ai fini del prosieguo della proposta di deliberazione, ma senza dare contributi di sorta.

Anche in questo caso è giusto precisare che eccezioni ve ne sono.

Una degenerazione dei lavori consiliari che vede come primo responsabile lo stesso Presidente del Consiglio che si presta a formulare gli ordini del giorno con argomenti che non risultano essere mai stati ancora esaminati dalle rispettive Commissione e qualche volta forse neanche ancora predisposti materialmente come dimostra la convocazione del prossimo consiglio di lunedì.

Lo scadimento politico-amministrativo che può vantare l’amministrazione Mascia va ricercato interamente nella debolezza della maggioranza nel sostenere in aula le proposte di delibere che si prospettano e di cui, il più delle volte, gli stessi proponenti non ne comprendono il contenuto e le finalità proprio per quella mancata attività lavorativa tipica delle Commissioni Consiliari.

Certamente, questo comportamento è altrettanto lesivo dei diritti della comunità di vedersi rappresentare da soggetti che percepiscano un gettone per il lavoro che svolgono e non per fare le belle statuine che configurano il reato di ignavia nel senso di: pigrizia, indolenza, inattività, fannullaggine.''


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