Il 20 novembre sarà molto rosso…e poco neroverde

10 Novembre 2010   07:24  

Per il 20 novembre prossimo è annunciata la manifestazione dei terremotati aquilani, con l’obiettivo dichiarato di ottenere dal governo la proroga nella restituzione delle tasse, con tanto di sconto.

A corollario si chiede anche la proroga della cassa integrazione in deroga, fino al 2011 per i lavoratori, cose peraltro su cui già c’è una convergenza parlamentare condivisa, con tanto di mozione deliberata all’unanimità.

Tutto giusto, sacrosanto e condivisibile, ma quello che non quadra è che non sarà una manifestazione “degli aquilani”, ma una manifestazione “della sinistra aquilana”.

Nonostante le sbandierate bandiere nero-verdi, se gratti bene sotto escono le solite e malcelate bandiere faziose…

Il 20 prossimo, diciamocelo chiaro, sarà una manifestazione “contro” il Governo Berlusconi, per tentare di far passare il messaggio politico che a L’Aquila “nulla è stato fatto”.

E’una cantilena che i media “progressisti” vanno cantando sin dal 6 aprile, ben imboccati dai politicanti amici nostrani: e così rivedremo agitarsi pseudo-rivoluzionari “de nojatri” , con i soliti sinistri radical-chic a capitanare il corteo.

In democrazia è lecito dissentire, e ci si consenta allora il dissenso sui propositi della manifestazione che sarà “rosso-nero-verde”, con il rosso predominante…

Le prime avvisaglie si hanno da giorni, i comitati hanno già etichettato Berlusconi “sciacallo” per la visita prevista per il 9 novembre a L’Aquila.

Eppure l’emergenza aquilana, non ci stuferemo mai di ripeterlo, è stata gestita dalla Protezione Civile di Guidi Bertolaso in maniera eccellente ( anzi, forse è stato dato troppo).

Il progetto Case è stato un miracolo realizzato in soli 4 mesi: fatti e non parole, mentre i consigli comunali, provinciali e regionali si parlavano addosso.

Mentre i politicanti nostrani facevano mozioni, invocando la cosiddetta “partecipazione”, nel frattempo il governo realizzava case vere, date al popolo senza discriminazioni ( anzi, pure a cittadini non aquilani).

Mentre i sindacati blateravano di lavoro, il governo concedeva la cassa integrazione a tutti in deroga.

Mentre i docenti universitari teorizzavano la città della cultura 2019, nel frattempo il ministro Gelmini salvava l’ateneo, esentando dalle tasse e salvando tutto il personale ( pure quello in eccesso).

E così per le scuole: tutti a puntare il dito contro le presunte cricche della scuola Carducci, nessuno a ringraziare il Provveditorato Opere Pubbliche per aver permesso a tutti gli studenti aquilani di ogni ordine e grado di disporre di un’ aula sicura già a metà settembre 2009.

E sulla ricostruzione?! Vogliamo forse dimenticare i dodicimila cantieri aperti?!

Parlare ancora di 50mila sfollati è una profonda inesattezza ( per non dire una bugia!): oggi gli sfollati nel cratere sono diciottomila, di cui tremila alloggiati in albergo e quindicimila in autonoma sistemazione, destinati a scendere notevolmente nei prossimi mesi.

Tante sono le cose da fare, ma passare per ingrati al governo no: il venti novembre tenteranno di rappresentarci come ingrati ed incazzati , facendoci purtroppo deridere da quel “sistema Italia” che tanto si è prodigato per noi ( è già successo con la gazzarra di piazza duomo in occasione del collegamento con Bruno Vespa).

Ecco perché in tanti non ci sentiremo rappresentati da quella manifestazione, di cui già presentiamo i toni urlati e faziosi; non so se siamo la maggioranza… ma siamo in tanti.

 

Vincenzo Calvisi


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