Il Cialente solitario e la tregua con gli assenteisti

20 Luglio 2010   13:54  

L'armistizio dopo la tempesta. Ieri il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente nel corso di una giornata politica tesissima è arrivato a minacciare le dimissioni, a seguito della seduta di consiglio comunale saltata per mancanza del numero legale, in quanto ben 13 dei 26 consiglieri di maggioranza erano assenti ingiustificati, avendo avuto evidentemente cose più importanti da fare piuttosto che discutere ed approvare la delibera sui punti strategici del piano di ricostruzione.

E il sindaco commissario ne ha avute per tutti,  per gli assentisti, per il partito democratico che non solo non lo difende dai ripetuti attacchi, ma addirittura gli sta facendo terra bruciata intorno,  per alcuni assessori evanescenti che non producono alcunché, citando in particolare l'assessore alle Opere pubbliche Ermanno Lisi.

A seguire concitati giri di telefonate e incontri con i redivivi consiglieri, che oggi però minimizzano: è stato un incidente di percorso, hanno ribadito un po' tutti, massima fiducia a Massimo, anche perché L'Aquila non può permettersi in queste condizioni di tornare al voto.

Non la pensa così l'opposizione. Enzo Lombardi del gruppo di Forza Italia ha parlato di maggioranza che non ha forza e numeri per gestire la ricostruzione, Enrico Verini di Rialzati L'Aquila definisce Cialente un camerlengo solitario responsabile della sua solitudine. E' il male minore a questo punto è tornare al voto.

 


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