Il Dio di mio padre, si chiude a Torricella il Festival John Fante

26 Agosto 2013   11:53  

Si chiude l’ottava edizione del Festival “Il Dio di mio padre” dedicato a John Fante.

Sabato sera il reading con Stefano Benni e Rita Marcotulli che hanno incantato la platea, con il finale a sorpresa di una versione jazz di “Vola,vola” che la pianista ha voluto regalare al pubblico.

Grande attenzione per i giovani premiati per il Concorso “racconti inediti”.

Premio della giuria tecnica a “La vera storia di John Fante a Torricella Peligna” di Gianluca Di Renzo.

Premio assegnato dai lettori de Il Centro attraverso i social network, a “Il profilo sconosciuto” di Lucilla Leone.

Premio speciale assegnato dagli studenti dell’Università Pescara- Chieti “Gabriele D’Annunzio”, Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali, a “Strati di polvere” di Paolo Ciafardone e a “Chiediamo ad Arturo” di Annalisa Giuliani.

La serata finale del festival è dedicata ad uno sguardo sui nostri emigrati oltreoceano con il reading musicale di Francesco Durante, esperto di John Fante e di letteratura italoamericana, con canzoni e testi di scrittori che hanno fatto grande l’Italia all’estero e che lui ha raccolto nella monumentale antologia “Italoamericana”,accompagnato al pianoforte da Federico Odling, componente del gruppo napoletano I Virtuosi di San Martino.

Il Festival è stato anche un momento per gli ospiti internazionali di conoscere le “radici” di John Fante.

Frank Spotnitz, sceneggiatore e produttore cinematografico americano, si dice emozionato dall’essere a Torricella Peligna “E’ magico essere qui, conoscere le persone…ed è stato magico ascoltare Vittoria Fante leggere le lettere di suo padre, vedere quale devozione il pubblico ha verso John Fante. Tutto mi ha sorpreso in questo luogo e in questi giorni”.

Alla prossima edizione con le parole di Fante :

“Ci saranno momenti di confusione e momenti di desiderio, e altri in cui la mia solitudine verrà alleviata solo dalle lacrime che, come uccellini bagnati, cadranno ad ammorbidire le mie labbra aride.

Ma ci sarà consolazione e ci sarà bellezza, come l’amore di qualche fanciulla morta.

Ci saranno risate soffocate e la quieta attesa della notte e una tenue paura dell’abbraccio avvolgente e derisorio della morte.”

 


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