Il Giorno del Ricordo

di Luca Di Giacomantonio e Pierluigi Biondi

10 Febbraio 2012   07:56  

Un documentario unico nel suo genere, il solo completamente montato in Abruzzo quando ancora le istituzioni promuovevano la storia e la cultura attraverso audiovisivi volti a descrivere con le vere immagini e per gli abruzzesi la storia della nostra regione e della nazione.

Una esperienza formativa anche per me che ho montato il documentario per il Sindaco di Villa Sant'Angelo Pierluigi Biondi che ha svolto la ricerca storica.

Un'esperienza che speriamo possa essere rivissuta anche a chi vedrà il film.

Un documento vero, ma non crudo, adatto anche agli adolescenti che devono sapere le verità storiche della nostra terra.

"La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale Giorno del Ricordo, al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

In quella giornata sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado». Legge numero 92 dell’anno 2004 Ci sono voluti quasi sessant’anni prima che il Parlamento istituzionalizzasse il ricordo dei drammatici fatti che interessarono le popolazioni italiane residenti nei territori dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia.

Nel periodo intercorso tra la firma dell’armistizio, nel settembre del 1943, e la fine degli anni 40, migliaia di italiani furono barbaramente assassinati e gettati nelle foibe, cavità carsiche che furono utilizzate dalle milizie titine per occultare i cadaveri, e 300.000 persone furono forzatamente costrette all’esodo e a lasciare le proprie case e la propria terra verso un destino fatto di umiliazioni e rimozioni.

Sin dall’inizio dell’attuale legislatura, il Consiglio Regionale celebra la ricorrenza del 10 febbraio con iniziative di divulgazione e conoscenza di quei fatti, con particolare attenzione nei confronti delle giovani generazioni.

Della seconda guerra mondiale conosciamo, ormai, quasi tutto: l’altissimo tributo di vite umane, le distruzioni, la povertà Del dopoguerra, invece, permangono ancora molti aspetti da indagare, e la vicenda consumatasi sul confine orientale italiano è uno dei lati oscuri che per tanti, troppi, anni sono stati volutamente rimossi.

Con questa iniziativa non vogliamo raccontare una storia di parte, ma una parte di storia: perché solo attraverso la conoscenza dei fatti si può giungere ad una memoria condivisa o, per lo meno, accettata.

E con essa costruire l’ossatura di un’identità nazionale che ci faccia sentire orgogliosi di appartenere al popolo italiano.


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