''Il Natale ci ricorda che non siamo soli in questo mondo''

24 Dicembre 2012   13:41  

Riceviamo e pubblichiamo il mesaggio di Natale di Monsignor Bruno Forte, arcivescovo metropolita di Chieti-Vasto

''La memoria viva e trasformante di un Dio che nasce fra noi, facendosi uno di noi, per aprirci un futuro pieno di speranza e donarci una grandissima gioia: questo è il Natale di chi crede.

È la celebrazione del grande sì che Dio detto ha detto agli uomini nella tenerezza e nella fragilità di quel Bambino.

Questo è il Natale specialmente dei tanti che non sanno dirlo a parole, ma che vivono l'esperienza di questa misteriosa umiltà di Dio come fonte di pace e di nuova speranza.

Un mistero che le tradizioni della nostra gente celebrano in infiniti ritorni, con segni semplici ed eloquenti, dal presepe all'albero delle luci, dai silenzi alle attese, dai doni e ai gesti d'amore.

"Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio": il sì di Dio all'uomo rivela la dignità del nostro essere uomini e ci mostra quanto ognuno di noi sia importante per Lui.

Natale vuol dire che Dio non è stanco degli uomini, che vuole ancora impegnarsi per loro e che ognuno, anche il più piccolo fra gli esseri umani, ha per Lui un valore infinito.

A Natale impariamo a essere e a volerci veramente umani, e proprio così impariamo a riconoscere in ogni persona l'immagine di Dio, la creatura che merita l'assoluto rispetto, a prescindere dalle sue qualità o capacità, dalla sua storia o dalla sua cultura.

Chiunque sia l'essere umano che abbiamo davanti, giovane o vecchio, adulto o bambino, povero o ricco, sano o ammalato, immigrato o nativo della nostra terra, qualunque sia il suo grado di cultura e la sua provenienza, il colore della sua pelle o la lingua che parla, l'impegno di giustizia e l'amore che gli è dovuto non ammettono scuse: Natale ci chiede di servire tutto l'uomo in ogni uomo, la dignità di ciascuno nella ricerca della giustizia per tutti.

Il sì alla dignità della persona è il no alla faziosità e alla menzogna, è il rifiuto della legge della forza perché si riconosca sempre la forza della legge, è il primato della verità che ci fa liberi.

Natale ricorda a tutti, e in particolare a chi sta per cimentarsi nell'agone politico, che non ci sarà un futuro migliore senza verità e giustizia, senza volontà di dialogo onesto con l'altro, senza impegno di ciascuno per il bene comune.

Il sì di Dio all'uomo si rivela così a Natale anche come il sì alla vita, alla speranza e alla gioia per tutti: se Dio si è impegnato con gli uomini fino a farsi uno di noi, costruire il futuro dell'uomo è obbedienza a Lui.

Il sì alla vita è inseparabile da questo sì al domani dell'uomo nel domani di Dio. Il Bambino che nasce è l'inizio di questo nuovo futuro: accoglierlo, specialmente per chi voglia impegnarsi per la cosa pubblica, è essere pronti a pagare di persona per rendere più bella e più degna la vita di tutti, e credere che questo sia possibile, nonostante tutto e contro ogni apparenza contraria.

Chi crede sa che la ragione di questo impegno e di questa speranza non sono in qualcosa, ma in Qualcuno, in Colui che "ha dato se stesso per noi". Il domani non è più un orizzonte oscuro: "Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse".

Non siamo soli in questa vita, non siamo soli in questo mondo: il Dio che è venuto fra noi, è il Dio con noi, e il Suo amore "ha moltiplicato la gioia, ha aumentato la letizia".

Come i pastori - poveri di tutto, ma liberi da tutto per potersi aprire pienamente alle sorprese dell'Eterno - anche noi siamo invitati ad accogliere il Bambino: al sì di Dio, ci è chiesto di rispondere col sì della nostra libertà, con un sì che sia detto insieme a Lui come sì all'uomo, alla vita e alla speranza, che può trasformare il dolore e vincere la morte.

Vorrei chiedere per tutti il coraggio necessario a dire questo sì, specialmente in quest'ora complessa del nostro Paese, con queste parole tratte dall'Oratorio di Natale di Bach, il grandissimo Musicista, che scriveva ogni nota unicamente "zur Ehre Gottes" - "per la gloria di Dio":

"Come potrò accoglierTi, in che modo incontrarTi, o anelito di tutto il mondo, o tesoro dell'anima mia? Gesù, poni accanto a me la Tua fiaccola, affinché ciò che Ti dà gioia sia a me noto, da me riconosciuto. Oh mio amato, piccolo Gesù, preparati una culla pura e morbida per riposare nello scrigno del mio cuore affinché mai io mi dimentichi di Te! …O mio Gesù, quando morrò, io so che non andrò perduto, perché il Tuo nome sta scritto nel mio cuore ed ha scacciato la paura della morte. …O Gesù, sii Tu solo il mio desiderio, o Gesù, siimi sempre nel pensiero, o Gesù, non permettere che io vacilli! …Io vengo a Te, Ti porto quel che Tu mi hai donato, il mio spirito, i miei sentimenti, il mio cuore, l'anima mia, il mio coraggio: accetta tutto e fa' che Ti sia gradito! Amen!" (J.S.Bach, Oratorio di Natale, 5. 9. 38. 42.59).

 


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