Il Procuratore Generale, chiede doppia condanna per il crollo del Convitto Nazionale

16 Giugno 2014   16:04  

Il procuratore Generale Picardi, ha chiesto la conferma delle condanne inflitte per il crollo del Convitto Nazionale nella notte del 6 aprile 2009, nel quale persero la vita tre giovani studenti, Luigi Cellini originario di Trasacco e Marta Zelena e Ondreyi Nouzovsky, a L'Aquila per una vacanza premio.


Gli imputati sono l’ex preside Livio Bearzi, condannato in primo grado a quattro anni di carcere per omicidio colposo plurimo, e Vincenzo Mazzotta, ex dirigente della Provincia, assolto con ampia formula ma, alla cui assoluzione  il pm ha fatto ricorso.

Il Convitto nazionale sarebbe dovuto essere evacuato ma il preside, ha sempre sostenuto in sua difesa di non aver  alcun potere al riguardo e che aveva creduto alle rassicurazioni della  la commissione Grandi Rischi.

 La posizione di Mazzotta, ex dirigente della Provincia, proprietaria dell'immobile in cui aveva sede il Convitto, che secondo il giudice di primo grado  non ha avuto responsabilità.

Secondo il giudice Grieco la responsabilità ricadrebbe sul direttore che secondo quello che si legge in una nota, «operò in totale spregio del piano di sicurezza vigente e delle più elementari norme cautelari che in quel momento niente altro imponevano se non di fare uscire i minorenni come già avvenuto nei giorni precedenti. Egli impose ai più piccoli di restare nelle loro stanze come se fossero sicure azzerando ogni percezione delle ben note condizioni dell’odierna struttura».

Gli avvocati della difesa sono  Paolo Enrico Guidobaldi e Antonio Mazzotta.


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