Il Sindaco Cialente ha incontrato i Neo-Presidenti dei Consigli di Partecipazione

15 Ottobre 2015   16:13  

“E' possibile governare una città come L'Aquila con il solo consiglio comunale?”

E' la domanda che il Sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, ha rivolto oggi pomeriggio ai dieci neo eletti presidenti dei Consigli Territoriali di Partecipazione, nell'incontro di saluto che si è svolto nella sala Rivera di Palazzo Fibbioni.

“Secondo me no- ha aggiunto il primo cittadino – per le peculiarità territoriali, culturali e storiche della nostra città, città di fondazione; uno dei comuni più estesi d'Italia dove le frazioni vivono di individualismi culturali i più diversi, di cui un consiglio comunale non riesce a farsi carico.

Ed è per questo che io mi sono battuto perché l'operazione riuscisse fino in fondo ed oggi voglio ringraziare chi, come me, ci ha creduto e ha prestato gratuitamente il suo servizio: la Dirigente Angela Spera, Dino Nardecchia e Fabrizio Caporale che hanno avviato tutto il processo; Fulvio Angelini e Chiara Piccinini che hanno, con serietà e pignoleria, costituito la commissione speciale; il mio staff e gli amici, coinvolti negli scrutini perché all'ultimo momento moltissimi volontari si sono ritirati.

Questi consigli – ha proseguito Cialente -  andranno di fatto a ricalcare quelle che erano le vecchie circoscrizioni. Qualcosa andrà cambiato, qualcosa integrato. Ma ognuno di voi, insieme ai consiglieri, sarà responsabile del suo territorio e, ad ognuno di voi verranno sottoposte tutte le decisioni che questa Amministrazione andrà a prendere, in linea con il piano strategico e nell'ottica di uno sviluppo condiviso e omogeneo del territorio, confrontandosi anche con l'Urban Center. Sono quindi molto dispiaciuto, che da questa sfida siano rimaste fuori Camarda ed Arischia, due frazioni altrettanto importanti per il territorio.

Tuttavia, la cosa che mi dà gioia è che, pur attraversando un momento di stallo, soffrendosi una certa rarefazione dei tanti comitati che si erano animati nel dopo terremoto, abbiamo visto che, sparendo le liste dei partiti, i giovani si sono fatti avanti, così come le donne, aprendo di fatto le porte ad una ventata di freschezza e consapevolezza.

Mi auguro che questa esperienza “partorisca” nuove generazioni di donne ed uomini che decideranno di percorrere una sana carriera politica.”


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