Il Web Si Commuove per il Papà Speciale, Lui Muore di Tumore e Chiede di Pensare alla Sua Famiglia

06 Marzo 2015   05:00  

NEW YORK - Lui era il blogger più famoso d'America ed aveva conquistato fama e notorietà con il suo blog in cui parlava delle meraviglie della paternità, Oren Miller se ne è andato troppo presto questo 28 febbraio dopo una breve malattia per un tumore al quarto stadio.

«Boom! Venerdì 30 maggio 2014 ho scoperto di avere un cancro al quarto stadio. Chi è nella mia condizione non ha una lunga aspettativa di vita e le cure servono solo a lenire il dolore. Resto ottimista ma credo di sapere a che punto mi trovo».

Inizia così uno dei post più tristi di Oren Miller.

Il suo blog, A blogger and a Father, che da semplice passatempo si trasformò in un vero lavoro a tempo pieno lo aveva allontanato proprio dai figli che descriveva nelle sue pagine.

Come raccontato nei suoi post, l'uomo si accorse troppo tardi che quella vita stressante che appariva un inferno doveva tornare ad essere un paradiso. Fu nel 2010 che Oren capì che doveva approfittare di ogni momento passato con i suoi figli: le lunghe code in auto, ad esempio, dovevano diventare occasioni per lunghe chiacchierate o per impartire ai suoi due bambini una certa cultura musicale.

Una decisione presa proprio quando stava per scoprire di essere un malato terminale e di avere i giorni contati.

Da quel momento, sul suo blog Oren decise di raccontare saltuariamente dell'esperienza con la malattia, ma chiese anche al mondo intero di fare tutto il possibile per la sua famiglia: «Mia moglie è una donna straordinaria, i miei figli sono dolcissimi e molto intelligenti. Meritano il meglio».

Ed è qui che l'appello di Oren a chiunque legga i suoi post si concentra su sua moglie e sui suoi figli: «La mia bambina è molto timida, se la vedete da sola, per favore, giocate con lei. Mio figlio invece è molto sveglio, più di me e probabilmente di voi, e ha sempre voglia di imparare: insegnategli tutto quello che lo incuriosisce. E fate riposare mia moglie, non si ferma un attimo durante il lavoro e fa altrettanto a casa, ma merita di godersi la vita. Non chiamatela vedova, lei è la miglior figlia, la miglior madre e la miglior moglie che una persona possa avere».

«So che non vedrò i miei figli crescere» - scrive ancora Oren - «e non so nemmeno se si ricorderanno di me, ma ora devo fare di tutto per renderli felici, e vorrei che sia così anche quando non ci sarò più. Diventeranno adolescenti e adulti magnifici grazie alla loro mamma».


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