''Il centrodestra di Pescara predica lo sviluppo... del contenzioso''

11 Luglio 2013   17:22  

Riceviamo dai componenti ddi opposizione della Commissione Urbanistica del Comune di Pescara  Enzo Del Vecchio, Camillo D’Angelo e Florio Corneli e pubblichiamo.

“La norma regionale, che prevale sulla previdente disciplina statuale, appare complessa e di non agevole lettura, presenta alcuni elementi di radicale innovazione e non appare del tutto in linea con le norme del Decreto Sviluppo, che costituiscono, secondo autorevole dottrina, principi generali della materia.
Dopo questa modesta introduzione, passiamo all’esame degli specifici quesiti posti.”

Con lo stile gentile ed affabile che gli è proprio ma con assoluta determinatezza l’Avv. Rulli, nel rispondere ai quesiti posti dall’Ing. Pepe, fa precedere il tutto da questo fermo e difficilmente sindacabile assunto:

“la norma regionale presenta profili di indubbia incostituzionalità.”

Tradotto nella pratica amministrativa, che il Comune è tenuto ad osservare sulle istanze presentate dai soggetti pubblici/privati, vuol dire esporre l’Ente a possibili e scontati ricorsi il cui esito non potrà essere dissimile da film già visti: Pescaraporto, Soc. Michelangelo, tanto per citare i più noti di questi giorni.

Con queste premesse risultano ancor più preoccupanti le parole rassicuranti dell’assessore Marcello Antonelli che vorrebbe una rapida decisione del Consiglio comunale sulla proposta avanzata dalla soc. Tre Gemme.

In una vera e propria escalation di immaginazione e libere interpretazioni la sollecitazione statuale del Decreto Sviluppo finalizzata alla:

“razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente … la riqualificazione di aree urbane degradate” si è evoluta nel concetto di “ristrutturazione urbanistica”

che stravolge competenze e funzioni e che, invece, la norma statuale (di principio, dpr 380/2001 art. 3 lett f)) così definisce la ristrutturazione urbanistica: quelli rivolti a sostituire l'esistente tessuto urbanistico-edilizio con altro diverso, mediante un insieme sistematico di interventi edilizi, anche con la modificazione del disegno dei lotti, degli isolati e della rete stradale.”

A questa interpretazione molto estensiva che si vorrebbe far passare in Consiglio comunale ma assolutamente assente nel dettato statuale del Decreto Sviluppo si accompagna un’altra circostanza esplicita sulla possibile anticostituzionalità della norma regionale quando l’Avv. Rulli nel rispondere al quesito sul recupero delle volumetrie così si esprime: “La generale deroga alle regole dei piani urbanistici, prevista dalla norme, costituiscono una radicale innovazione rispetto alla normativa statuale e rende ammissibile il recupero delle volumetrie esistenti, entro il limiti del D.M. 1444/1968 ancorchè tale recupero non sia previsto nella specifica sottozona di intervento dalle n.t.a. del p.r.g.”.

Di fronte a questo quadro incredibilmente disinvolto con cui il legislatore regionale ha ritenuto di dover deprimere principi e regole statuali non derogabili, che espongono i Comuni a contenziosi che non escludono azioni risarcitorie e disparità di trattamento, riteniamo utile che l’Assessore Antonelli invece di perorare l’assunzione di delibere viziate ab origine si adoperi per:

1.rivolgere un esplicito invito alla Regione Abruzzo per un approfondimento immediato della materia e per apportare quelle necessarie correzioni che solo pochi si ostinano a non vedere;

2.incarichi gli uffici competenti ad assumere, in attesa dei necessari chiarimenti regionali, apposite circolari esplicative sulla realtà urbanistica locale e predispongano, eventualmente, atti da far deliberare al Consiglio comunale di indirizzo che facilitino il compito degli uffici e rendano eque le misure da azionarsi nella complicata e difficile materia disciplinata dal legislatore regionale che il nostro consulente giuridico ha così fotografato:

“La norma regionale… appare complessa e non di facile lettura… e non appare del tutto in linea con le norme del decreto Sviluppo…”.

Confidiamo ancora sul ruolo dell’Assessore Antonelli e sulla capacità di richiedere agli Uffici a lui affidati nella direzione politica di comportamenti e procedure, senza invadere il campo della attuazione tecnico-amministrativa della dirigenza, che nell’ultimo periodo non sembra essere riuscito ad ottenere come nel caso di Pescaraporto o della soc. Michelangelo.''

 


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