Il comitato no Centrale a biomasse: ''Come potrà l'Abruzzo alimentare i 14 impianti approvati?''

03 Settembre 2013   11:36  

Riceviamo da Cesare Calvisi, potavoce del Comitato NO Centrale Biomasse di Bazzano e pubblichiamo.

''In questo periodo, in modo particolare, si chiede ai giovani di partecipare di più alla vita pubblica, alla politica, alle scelte che la nostra comunità dovrà affrontare per uscire dalla tragica situazione in cui siamo finiti a causa del sisma.

In una città da ricostruire materialmente, si fa largo sempre più la questione non meno importante della ricostruzione del tessuto sociale e dell'identità del nostro territorio.

Si guarda con speranza al futuro, che dovrà essere preso in mano proprio da noi giovani, unici artefici del destino di questo territorio.

Con queste intenzioni abbiamo iniziato ad interessarci sempre più hai problemi del nostro capoluogo, con un approccio molto diretto, tipico delle nostra giovane età.

Scopriamo così che a poche centinaia di metri da Monticchio, sono partiti i lavori per la realizzazione di una centrale a biomasse.

Scopriamo oltretutto che la società che vuole realizzare lo stabilimento, aveva ricevuto le autorizzazione da parte della Regione Abruzzo a pochi mesi
del terremoto, e che la maggior parte della popolazione non era e non è assolutamente informata sulla vicenda.

Questo uno dei motivi che ci hanno portato ad aderire al comitato che porta avanti il ricorso al Tar che verrà discusso il 6 novembre 2013.

Parte così la raccolta firme per sostenere il ricorso ad adiuvandum e cercare di impedire la costruzione della centrale. Abbiamo organizzato banchetti all'esterno dei supermercati della città, cercando di sensibilizzare le persone su un problema sottaciuto dagli enti preposti.

La collettività in questi 4 anni ha dovuto affrontare questioni ben più pesanti ma ora il problema deve essere preso in esame, in quanto essenziale nel proseguo del riordinamento e sviluppo del nostro territorio.

Qual'è l'Aquila che vogliamo?

In soli 10 giorni abbiamo raccolto oltre 1500 firme, e continueremo fino a metà settembre.

Nel frattempo abbiamo approfondito le analisi sulla centrale, scoprendo che per alimentare i 14 impianti approvati in Abruzzo servirebbero 1.000.000 di tonnellate/anno di biomassa a fronte di una disponibilità nella nostra regione di 92.000 tonnellate/anno.

Vanno inoltre sottolineati gli impatti ambientali (alterazione delle falde acquifere, del microclima e della vegetazione, l'emissione di polveri sottili dannose per l'uomo), la conseguente svalutazione dei terreni e degli immobili circostanti, e il bassissimo rendimento della centrale stessa, che crediamo non avrebbe luogo ad esistere se non fosse incentivata da finanziamenti europei.

Vorremmo ricordare a tutti, in primis agli amministratori locali, che le ricchezze più grandi dell'Aquila sono la cultura ed il turismo, che passano non solo dalla ristrutturazione e rivalutazione delle nostre opere d'arte, ma soprattutto dalla promozione e tutela del nostro patrimonio forestale e faunistico, fra i primi in Italia per valenza.

Perchè allora inscrivere in uno dei polmoni verdi d'Italia 14 centrali a biomasse non essendo per altro una scelta strategica allo sviluppo del nostro paese?

Se a rimetterci sono i cittadini, chi ci guadagna?

Chi ha motivo di promuovere un tale scempio alla nostra terra? L'invito a riflettere è doveroso.

Fossimo stati noi giovani a dover scegliere avremmo risposto: no, grazie, e per questo motivo vogliamo che le nostre ragioni siano ascoltate dai soggetti attuatori di questa vicenda.

A tal proposito siamo pronti a forme di protesta importanti come l’occupazione permanente del sito individuato per la realizzazione della centrale.''

 


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